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Bullettino di archeologia cristiana — 3.1865

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Nr. 3 (Marzo 1865)
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Del cristianesimo nella famiglia dei Flavii Augusti e delle nuove scoperte ne cemetero di Domitilla
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https://doi.org/10.11588/diglit.17352#0025

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Il Bullonino eice ogni mese.
I/associazione per un anno «o^u *cul!l due.

BULLETTINO

Le associazieni si ricevono in Roma nella
Tipografìa Salvinoci ai SS. XII Apostoli.

DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

DEL CAV. GIOVANNI BATTISTA DE ROSSI

ANNO HI. Roma Marzo 1865. N.° 3.

Del cristianesimo nella famiglia dei Flavii \u gusti e delle nuove scoperte nel cemetero di Domitilla.

Negli annali della chiesa nascente importantissima e
degna di attento studio è la conversione al cristianesimo
di parecchi personaggi della famiglia Flavia Augusta,
che testificarono col martirio la fede appresa dalla viva
voce degli apostoli. Di questo gran fatto la storia pro-
fana non tace; anzi essa medesima ne forni agli scrit-
tori ecclesiastici le migliori e più sicure notizie. 1 fasti
sacri e gli atti de'martiri intorno a questo punto sono
incompleti, oscuri, di incerta autorità. Ma quanto bello
sarebbe e quanto utile il rinvenire i sepolcri spettanti
ai Cristiani della parentela, della corte e de'tempi di
Vespasiano e di Domiziano! Quando anche non ci av-
venisse di scoprire per tal via inaspettate istoriche no-
tizie, la sola vista di monumenti, la cui età contem-
poranea alla predicazione apostolica dalla medesima
storia profana sarebbe autenticata, quale animo non
commoverebbe; quale luce non farebbe splendere a ri-
schiarare le prime origini dei sotterranei cemeteri della
chiesa romana? Or bene io non temo di affermare,
che quei desiderati sepolcri sono sotto i nostri occhi;
e che un insigne monumento spettante a fedeli di Cri-
sto della famiglia o almeno della clientela de' Flavii
congiunti di sangue a Domiziano in questi giorni me-
desimi torna alla luce. La lagrimevole devastazione
fattane in altri tempi lascia appena all'archeologo la
facoltà di dimostrare l'alto pregio e l'antichissima ori-
gine del sepolcreto, esaminando con lunga, minuta e
difficile indagine i frantumi negletti dagli insensati de-
S redatori. Ad un siffatto esame non mi posso accin-
gere nelle poche pagine del Bullonino; e farà d'uopo
imprenderlo e compirlo nella Roma sotterranea. In-
tanto mi studierò di riepilogare l'ardua trattazione
nella forma conveniente allo scopo di questi fogli.
E nel primo articolo, che all'importante argomento
oggi dedico, comincerò dal riassumere e rettificare le
notizie che abbiamo intorno ai Cristiani della paren-
tela de'Flavii Augusti: e poscia ragionerò de'loro se-
polcri e dei precipui argomenti , dai quali possiamo
riconoscerli.

É noto che Vespasiano da umile stato salito all'im-
pero ebbe un fratello maggiore, Tito Flavio Sabino,
illustre per la diuturna prefettura di Roma con rara
lode amministrala e vivo e morto Nerone. Perciò due
furono i rami dei Flavii imperiali ; quello di Sabino
e quello di Vespasiano. I Cristiani di cotesta stirpe

sono tutti aggruppati nella discendenza del primo: ma
ciò avvenne per matrimonii, che vieppiù strinsero i
vincoli di parentela tra i due rami; talché veramente
i Cristiani della Agente Flavia Augusta spettano non
meno alla tìgliuolanza di Vespasiano , che a quella
del maggiore fratello. Il desiderio di conoscere con
accuratezza i gradi, che in una siffatta genealogia oc-
cuparono i primi proseliti dell'evangelo, discepoli de-
gli apostoli, nelle cui mani per poco non venne lo
scettro dell'impero, ha consigliatogli eruditi a tentare
e ritentare più volte l'ordinamento di quell'albero no-
bilitato da memorie sì grandi e sì pie. 11 de Vitry (1),
il Brotier negli Excursus alle storie di Tacito ripro-
dotti anche nell'edizione dell'Oberlin (2), il Giorgi (3),
ed ultimo fra tutti , per quanto è a mia notizia , il
Greppo (4) testé defunto hanno ricostruito, corretto,
ampliato il genealogico stemma, di che parliamo. Ma
poiché esso merita una nuova revisione, che ci sarà
utilissima a preparare le nozioni necessarie all'intelli-
genza dei ragionamenti sul tèma proposto, io qui lo tra-
scrivo nell'ultima forma datagli dal Greppo (5); e porrò
ogni studio nello stringere in breve e limpido discorso
l'intralciato e spinoso esame, al quale m'accingo.

Capo della stirpe, per notizia dataci da Svetonio
fin Vesp. 1), fu il realino Tito Flavio Petrone; non Pe-
tronio, come falsamente scrissero il Greppo, il Brotier
ed altri. La quale minuzia ho voluto espressamente
notare; perchè su questo nome dovrò in seguito chia-
mare I' attenzione dei lettori. 11 figliuolo di Petrone
ebbe cognome Sabino da alcun avo a noi ignoto. A
cotesto Sabino Vespasia Polla donna non al tutto igno-
bile diè tre figliuoli, non i soli due ricordati dal Greppo.
Il terzo rampollo fu una fanciulla quae non perarmavit
(Svet. in Vesp. 8); che, cioè, morì nel primo anno di
vita. H suo nome ci è ignoto: ma dovette togliere il
gentilizio dal padre ed il cognome o dalla madre Polla

(1) Flavii Cleme/Uis cons. tamulus illustratili p. 40.

(2) Taciti, Hst. lib. 1, 4G.

(3) Baron. Ari. 98 n. Il ed. lue. T. I p. 750.

(4) Trois mémoires relatifs à l'hist. eccl. des premivrs siècles, Pa-
ris 1840 p. 198.

(5) V. l'albero genealogico nella pag. scg. Le croci indicano i per-
sonaggi cristiani ; i numeri chiusi fra parentesi accennano, che il perso-
naggio è ripetuto sotto quel numero in altra parte dell' albero.
 
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