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Bullettino di archeologia cristiana — 3.1865

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Nr. 4 (Aprile 1865)
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Delle immagini di S. Giuseppe nel monumenti dei primi cinque secoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.17352#0033

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L'assoeuzìi no per un mino tosti) scmli due. 1J j| JLi A L X 1 \ f Tipografia S»lviu<*ci iti SS. XII Apostoli.

DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

DEL CAV. GIOVANNI BATTISTA DE ROSSI

ANNO III. Roma Apri!.- 1865. N." 4.

Dello iaattgtài di s. I tuseppc nel monumenti dei primi cinque secoli.

iNel Ballettino del prossimo Maggio riprenderò il
tilo del discorso sui Cristiani della gente Flavia Au-
gusta e sulle scoperte del cemelero di Dominila, che
tanto desiderio di sè hanno acceso nei miei lettori :
oggi fa d'uopo ch'io divulghi un articolo, la cui
pubblicazione già differita di mese in mese non dee
essere a più lungo termine aggiornata. Tratterò d'una
controversia sulle immagini di s. Giuseppe nei monu-
menti antichi ; controversia, nella quale sono state
prese di mira p che parole da me scritte incidente-
mente , e che alcuni dotti con molta istanza m'invi-
tano a dichiarare.

Per bene intendere 1 punto della questione parmi
assai utile (e spero non sarà grave ai miei lettori),
eh' io trascriva le paróle da me doliate a succinta-
mente illustrare il più antico esempio fino ad oggi
conosciuto del gruppo della beata Vergine col divino
figliuolo nel seno, e con un nomo che le sia in piedi
da presso. Questo gruppo è in un affresco del ce-
melero di Priscilla ; e per migliore intelligenza del
ragionamento lo do schizzato in cima alla pagina 27
sotto il n. 1 (1). Non è più recente de'primi decennii
del secolo secondo, e forse è contemporaneo de' Flavi!
Augusti nel secolo primo ; la quale data importan-
tissima mi sono sludialo di dimostrare con argomenti
tolti dallo stile, dall' arte , dalla storia , dalla topo-
grafia, dalla epigrafia del luogo, ove ammiriamo quel
venerando monumento della prisca fede e pietà (2).
Gli argomenti da me ricapitolati hanno avuto l'ap-
provazione degli esperii in questi studii; ed oggi ri-
cevono il suggello di un confronto opportunissimo
con le nuove scoperte fatte noli' ipogeo di Domitiila.
Nella stanza medesima, ove è dipinto il gruppo pre-
detto nel cemetero di Priscilla , notai un frammento
di pietra « insigne per lettere sì grandi ed eleganti,
» che più bella paleografia non ho io visto giammai
» in cristiane iscrizioni » (3). Or ecco che due fram-
menti scritti in quella medesima bellissima paleogra-
fia , della quale nei sotterranei sepolcri cristiani gli

(1) Vedi le immagini scelte della B. Vergine nelle catacombe romane
pubblicate dalla cromolitografia pontificia in grandi tavole cromolitogra-
fiche, tav. 1.

(2) V. il testo che accompagna le predette tavole pag. 14-19.

(3) L. c. p. 19.

esempi debbono dirsi anzi singolari che rari, io trovo
alla distanza di sette e più miglia nell' arcaico ipogeo
del cemetero di Domitiila. Qui ripeterò la sentenza, che
il buon senso suggerisce, e che io soglio tanto in-
culcare; siffatte squisite concordanze di monumenti e
d'indizii in luoghi diversissimi, ma giudicati spettare
alla medesima età , concordanze impossibili ad anti-
vedere , e che vengono a confermare ragionamenti
fatti prima della loro scoperta, non dover essere at-
tribuite a combinazioni fortuite, ma essere pegno
deila esatta verità di quei ragionamenti. Dopo rjuesti
pochi cenni d'avvertenza preliminare, ecco le parole
ch'io scrissi a breve dichiarazione del prezioso affre-
sco ritraente la beata Vergine ; la cui età ogni dì
più è manifesto essere contemporanea o prossima a
quella degli Apostoli.

« {'Aia in questa scena sia effigiata Maria col divino figliuolo
è cosa eli per se assai chiara a chiunque abbia alcuna pratica
delle scene ritratte negli affreschi della Roma sotterranea.
Ma qui r istesso pittore ha posto un segno distintivo , che
dilegua ogni dubbio. Nell'alto del quadro è dipinta una stella,
oggi poco visibile; quella stel'a cioè, che quasi sempre ac-
compagna la Vergine sia porgente il figliuolo ad adorare ai
magi, sia seduta a canto al presepe. La Vergine ha sul capo
un breve velo, e porta una tunica di maniche cotte, e sulla
tunica il pallio. Alla sinistra di cìii guarda un uomo di gio-
vano età con pochi peli di barba solto te guance, ritto in
piedi, vestito di solo pallio, alza la destra e coll'indice ac-
cenna tra la Vergine e la stella. Colla sinistra stringe un
volume, la cui immagine è sì svanita, che ne rimane solo
ima languida traccia ; ma l'istessa impugnatura della mano
dimostra la verità di quell'indizio II primo pensiero , che
viene alla mente al vedere questo personaggio , e eh' egli
sia i| castissimo spo«o di Maria, S. Giuseppe, il (piale è ef-
figiato presso alla Vergine nei sarcofagi di Uoma, d'Italia
e della Francia, nei dittici, nei musaici di S Maria mag-
giore ed anche nell' antica iscrizione d'una Severa. Bare
volte egli appare barbato e di forme senili; per lo più gio-
vane e imberbe: ed in l'atti sull'età di lui gii antichi non
consentono , altri volendo che sia stato vecchio , altri fre-
sco di anni. Suole vestire tunica breve e succinta ; raris-
simamente egli indossa tunica e pallio: un ricordo avergli
giammai veduto in mano il volume.

Queste osservazioni vogliono che cerchiamo, se l'imma-
gine , di che parlo , vestita di solo pallio gittato sul nudo
omero sinistro, come l'arte antica soleva effigiare i filosofi,
e che stringe colla destra un volume , non potrebbe forse
rappresentare un personaggio diverso dallo sposo della Ver-
 
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