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Bullettino di archeologia cristiana — 4.1866

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Nr. 2 (Marzo e Aprile 1866)
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Esame archeologico e critico della storia di s. Callisto narrata nel libro nono dei Filosofumeni, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17353#0025

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Il Ballettino esce ogni doe mesi.
L'associaiione per nn anno tosta scudi due.

BULLETTINO

Le associazioni si ricevono in Roma nella
Tipografia Saivincci ai SS. Xil Apostoli.

DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA

DEL CAY. GIOVANNI BATTISTA DE ROSSI

ANNO IV. Roma Marzo e Aprile 1866. N.° 2.

Esame archeologico e critico della storia di s. Callisto narrata nel libro nono dei FILOSOFIMI.

PARTE II.

DELLA DOTTRINA DOMMATICA E DELIA DISCIPLINA.
ECCLESIASTICA.

§• I.

Osservazioni preliminari

L'autore dei Filosofumeni vuole, che al lume della
biografia di Callisto, secondo che egli ce l'ha dipinta,
noi giudichiamo dei perversi donimi, insegnamenti e
consigli da lui medesimo attribuiti a quel pontefice
prima coadjutore e poi successore di Zefirino. Ma nella
prima parte del mio ragionamento ho osservato, che
i colori ed i fatti di quella biografia non hanno rap-
porto veruno con le dottrine religiose e morali im-
putate a quel famoso rettore della chiesa romana. Le
quali si riducono a due capi : corrompimento del
retto domma circa la divina persona di Cristo, e della
santità e severità della cristiana disciplina. Callisto ,
se prestiamo fede all' accusatore, insegnava il Verbo
non essere persona distinta dal Padre, e l'appella-
zione di Figliuolo di Dio essere propria della natura
umana assunta dall' unico ed indiviso spirito, che è
Dio ; cadendo così in due opposte bestemmie, quella
di Sabellio, che attribuiva al Padre l'incarnazione e
la passione, e quella di Teodoto di Bizanzio, che ri-
duceva Cristo allo stato di puro uomo. Egli inoltre
prometteva a tutti, dice l'avversario, la remissione
dei peccati i più turpi commessi dopo il battesimo;
e rilasciando ogni freno dell' ecclesiastica disciplina,

corrompeva i costumi dei fedeli, ed ai pastori mede-
simi dava licenza ed impunità di malfare. Ora ne la
prima delle accuse nè la seconda hanno relazione con
la vita menata da Callisto, sia nella giovanezza sia
nella matura e senile età. Teodoto di Bizanzio negò
il nome di Cristo dinanzi al magistrato ; e si scusò
poi dicendo : non ho negato il nome di Dio ma del-
l' uomo ; indi la sua eresia (1). Callisto al contrario
confessò al severo prefetto Fusciano la sua fede ; e
n'ebbe la flagellazione e la condanna capitale alle
miniere. Se fu indulgente coi peccatori, se è vero
che anche i vescovi caduti in grave peccato conservò
nel loro grado, se affermò con speciale decreto la
potestà sua di rimettere la fornicazione e l'adulterio,
non perciò l'avversario ardisce di gettare pur un'om-
bra siili' illibata castità di lui nè prima nè dopo il
suo ingresso nel clero. Non ardisce ciò che pochi anni
dopo altri osarono contro il medesimo s. Cipriano,
il quale nel colmo della sua gloria episcopale dovè
rispondere a chi di lui incesta, impia et nefanda fa-
cile audiebat, libenter credebat, aliena mendacia quasi
propria defendebat (2). Nella vita privata e nei per-
sonali costumi di Callisto l'accusatore denigra soltanto
l'amministrazione del banco affidatogli nei primi anni
della sua gioventù; e per collegare a viva forza in
alcuna guisa cotesti aneddoti alle controversie dom-
matiche, coloro che applaudono e credono all' accu-
li) Epiphan. Haer. L1V, 1-

(2) Cyprian. epist. LXIX ad Florenthim Pupianum , de obtre^
ciatoribusi
 
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