DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA
151
sotterranea), per dimostrare, che non sulla paleografia sola, ben-
ché sia essa indizio di molto valore quando numerosi e costanti
ne sono gli esempi, ma sopra molti altri capi di epigrafica
dottrina io ho basato e costruisco i miei raziocinio Quest’av-
vertenza è per rispetto ad alcune affermazioni d’un dotto Ale-
manno; che asserisce impossibile la classificazione cronologica
da me cercata e definita delle cristiane iscrizioni di Roma; ed
anche il discernere quelle dei secoli quinto, sesto e seguenti
dalle più antiche fi La quale affermazione è tale paradosso epi-
grafico, che non temo appellarne al giudizio dei più esperti
nell’ esame oculare e diretto delle lapidi antiche e dei monu-
menti, di che si ragiona. Al paradosso però si vorrebbe dare
colore di verisimiglianza attribuendo specialmente al papa Da-
maso ed ai successori di lui epigrafi imitanti i caratteri varii
dei primi secoli. Di che non solo niun esempio nè indizio ci è
mai occorso notare ; ma anzi gli elogi e titoli damasiani, di stile
poetico e diversissimo dal prisco e semplice laconismo, hanno
altresì la proprietà, caratteristica della loro speciale e studiata
calligrafia, opera di Furio Dionisio Filocalo; imitata poi rozza-
mente e variata nelle storiche epigrafi dei secoli quinto e sesto
e nelle damasiane restituite dopo i danni fatti dai barbari.
I titoli sepolcrali primitivi dal papa Damaso furono gelo-
samente conservati: e nelle opere murarie fatte circa i tempi di
lui a sostegno delle sotterranee cripte e gallerie sovente ho
notato la cura di lasciare feritoie aperte, perchè restasse visi-
bile almeno alcuna parte degli epitaffi, originali, nascosti dietro
le nuove pareti. Di novelle copie di quei titoli primitivi, fatte con
studiato proposito d’imitarne le forme e varietà di caratteri, nè
prima nè dopo le invasioni barbariche appare indizio. E chi
mai in quell’età avrebbe pensato a tale impresa, per ingannare
1 Schiller, Jahresbericht ùber rbmische Geschichte und Chronologie XV
p. 533, nel periodico del Buvsian VI fase. 10, 11.
151
sotterranea), per dimostrare, che non sulla paleografia sola, ben-
ché sia essa indizio di molto valore quando numerosi e costanti
ne sono gli esempi, ma sopra molti altri capi di epigrafica
dottrina io ho basato e costruisco i miei raziocinio Quest’av-
vertenza è per rispetto ad alcune affermazioni d’un dotto Ale-
manno; che asserisce impossibile la classificazione cronologica
da me cercata e definita delle cristiane iscrizioni di Roma; ed
anche il discernere quelle dei secoli quinto, sesto e seguenti
dalle più antiche fi La quale affermazione è tale paradosso epi-
grafico, che non temo appellarne al giudizio dei più esperti
nell’ esame oculare e diretto delle lapidi antiche e dei monu-
menti, di che si ragiona. Al paradosso però si vorrebbe dare
colore di verisimiglianza attribuendo specialmente al papa Da-
maso ed ai successori di lui epigrafi imitanti i caratteri varii
dei primi secoli. Di che non solo niun esempio nè indizio ci è
mai occorso notare ; ma anzi gli elogi e titoli damasiani, di stile
poetico e diversissimo dal prisco e semplice laconismo, hanno
altresì la proprietà, caratteristica della loro speciale e studiata
calligrafia, opera di Furio Dionisio Filocalo; imitata poi rozza-
mente e variata nelle storiche epigrafi dei secoli quinto e sesto
e nelle damasiane restituite dopo i danni fatti dai barbari.
I titoli sepolcrali primitivi dal papa Damaso furono gelo-
samente conservati: e nelle opere murarie fatte circa i tempi di
lui a sostegno delle sotterranee cripte e gallerie sovente ho
notato la cura di lasciare feritoie aperte, perchè restasse visi-
bile almeno alcuna parte degli epitaffi, originali, nascosti dietro
le nuove pareti. Di novelle copie di quei titoli primitivi, fatte con
studiato proposito d’imitarne le forme e varietà di caratteri, nè
prima nè dopo le invasioni barbariche appare indizio. E chi
mai in quell’età avrebbe pensato a tale impresa, per ingannare
1 Schiller, Jahresbericht ùber rbmische Geschichte und Chronologie XV
p. 533, nel periodico del Buvsian VI fase. 10, 11.