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BULLETTINO
Elii od Aurelii Angusti. Di tutti gli annoverati gentilizi vedremo
più o meno frequenti gli esempi nella primitiva famiglia di
epigrafi priscilliane. Se le desiderate lettere ancora tardano a
comparire, 1’ ufficio però dell’anonimo liberto augustale, prae-
pos'dus ictbernciculorum, è degnissimo di osservazione e di studio
nella predetta famiglia priscilliana. Il mestiere dei tabernacu-
larii fu quello appunto di Aquila e del medesimo apostolo Paolo:
la menzione del preposito di quegli artefici nella casa di Cesare,
unica nella sotterranea epigrafia, propriamente in un’epigrafe del
cimitero di Priscilla non panni senza qualche attinenza con i
primi fedeli, che in Roma esercitarono quell’ arte o con i loro
prossimi discendenti.
Queste ed altre molte più certe e positive notizie e ricerche
germoglieranno spontanee dalla descrizione, classificazione e cro-
nologia dei sepolcri e degli epitaffi dei fedeli deposti nella più
antica regione priscilliana. A sì fecondo e nobile tema sarà
dedicata la seconda parte del presente trattato.
A VVERTENZA
A pag. 32 ho ricordato Novato e Timoteo, come figliuoli
di Pudente. Tali li hanno creduti il Baronio ed altri moderni
storici e scrittori ecclesiastici; tali li ha detti Adone sulla fede
d’antichi codici passionarii. I Bollandisti sono d’altro avviso.
Ne ragionerò nella seconda parte del trattato sul cimitero di
Priscilla.
BULLETTINO
Elii od Aurelii Angusti. Di tutti gli annoverati gentilizi vedremo
più o meno frequenti gli esempi nella primitiva famiglia di
epigrafi priscilliane. Se le desiderate lettere ancora tardano a
comparire, 1’ ufficio però dell’anonimo liberto augustale, prae-
pos'dus ictbernciculorum, è degnissimo di osservazione e di studio
nella predetta famiglia priscilliana. Il mestiere dei tabernacu-
larii fu quello appunto di Aquila e del medesimo apostolo Paolo:
la menzione del preposito di quegli artefici nella casa di Cesare,
unica nella sotterranea epigrafia, propriamente in un’epigrafe del
cimitero di Priscilla non panni senza qualche attinenza con i
primi fedeli, che in Roma esercitarono quell’ arte o con i loro
prossimi discendenti.
Queste ed altre molte più certe e positive notizie e ricerche
germoglieranno spontanee dalla descrizione, classificazione e cro-
nologia dei sepolcri e degli epitaffi dei fedeli deposti nella più
antica regione priscilliana. A sì fecondo e nobile tema sarà
dedicata la seconda parte del presente trattato.
A VVERTENZA
A pag. 32 ho ricordato Novato e Timoteo, come figliuoli
di Pudente. Tali li hanno creduti il Baronio ed altri moderni
storici e scrittori ecclesiastici; tali li ha detti Adone sulla fede
d’antichi codici passionarii. I Bollandisti sono d’altro avviso.
Ne ragionerò nella seconda parte del trattato sul cimitero di
Priscilla.