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BULLETTINO
espressamente nota quali testimoni ne additava la pubblica
fama : Fama refert sanctos dudum retulisse parentes 1 ; tal-
volta dice semplicemente fama refert ' ; nel solo caso di Ippolito,
dopo narrato ciò che fertur, cautamente conclude: Haec audita
refert Damasus prohat omnia Christus \ D'ordinario narra
senza esitare; o per meglio dire in brevissime formole allude
a fatti, che erano a comune notizia. Nei quali nulla dà sapore
di leggenda: gli atti dei martiri scritti nei secoli seguenti,
segnatamente nelle parti, che alla critica storica sono sospette
od hanno manifesta impronta di falsità, ninna attinenza ci mo-
strano colle notizie raccolte e testificate da Damaso. Si con-
frontino, a cagione d' esempio, l'elogio dei martiri Nereo ed
Achilleo cogli atti apocrifi loro e di Domitilla ; l'elogio di
Saturnino cogli atti di s. Ciriaco e di molti martiri della per-
secuzione dioclezianèa in Eoma fusi con quelli di Marcello papa ;
l'elogio di quest'ultimo con i medesimi atti ; l'elogio di Eusebio
papa colla vita di lui nel Libér pontificalis. È chiaro i citati
carmi essere immuni da qualsivoglia relazione con i racconti
apocrifi, che già avevano corso in Roma verso la fine del secolo
quinto e nei primi anni del sesto.
Gli elogi storici di Damaso sono costantemente privi di date
e di precise notizie di cronologia. Il tempo è talvolta indicato
colla formola in carmi diversi ripetuta alla lettera: Tempore
quo gladius secuit pia viscera vnatris; cioè « quando infieriva
la persecuzione ». Se questa formola Damaso avesse adoperato
nei casi di martiri assai lontani dall'età sua, noi potremmo
interpretarla d'ignoranza o d'incertezza circa la cronologia delle
notizie da lui registrate. Ma Damaso l'adopera negli elogi di
Sisto II, il cui martirio era celebratissimo e di anno certo
nel 258; di Ippolito fiorito nel secolo terzo; di Saturnino uc-
' Sarazani n. 2 ; Merenda n. 29.
* Sarazani n. 32; Merenda n. 22.
' Bull. 1881 p. 44 e segg.
BULLETTINO
espressamente nota quali testimoni ne additava la pubblica
fama : Fama refert sanctos dudum retulisse parentes 1 ; tal-
volta dice semplicemente fama refert ' ; nel solo caso di Ippolito,
dopo narrato ciò che fertur, cautamente conclude: Haec audita
refert Damasus prohat omnia Christus \ D'ordinario narra
senza esitare; o per meglio dire in brevissime formole allude
a fatti, che erano a comune notizia. Nei quali nulla dà sapore
di leggenda: gli atti dei martiri scritti nei secoli seguenti,
segnatamente nelle parti, che alla critica storica sono sospette
od hanno manifesta impronta di falsità, ninna attinenza ci mo-
strano colle notizie raccolte e testificate da Damaso. Si con-
frontino, a cagione d' esempio, l'elogio dei martiri Nereo ed
Achilleo cogli atti apocrifi loro e di Domitilla ; l'elogio di
Saturnino cogli atti di s. Ciriaco e di molti martiri della per-
secuzione dioclezianèa in Eoma fusi con quelli di Marcello papa ;
l'elogio di quest'ultimo con i medesimi atti ; l'elogio di Eusebio
papa colla vita di lui nel Libér pontificalis. È chiaro i citati
carmi essere immuni da qualsivoglia relazione con i racconti
apocrifi, che già avevano corso in Roma verso la fine del secolo
quinto e nei primi anni del sesto.
Gli elogi storici di Damaso sono costantemente privi di date
e di precise notizie di cronologia. Il tempo è talvolta indicato
colla formola in carmi diversi ripetuta alla lettera: Tempore
quo gladius secuit pia viscera vnatris; cioè « quando infieriva
la persecuzione ». Se questa formola Damaso avesse adoperato
nei casi di martiri assai lontani dall'età sua, noi potremmo
interpretarla d'ignoranza o d'incertezza circa la cronologia delle
notizie da lui registrate. Ma Damaso l'adopera negli elogi di
Sisto II, il cui martirio era celebratissimo e di anno certo
nel 258; di Ippolito fiorito nel secolo terzo; di Saturnino uc-
' Sarazani n. 2 ; Merenda n. 29.
* Sarazani n. 32; Merenda n. 22.
' Bull. 1881 p. 44 e segg.