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Bullettino di archeologia cristiana — 5.Ser. 1.1890

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Nr. 4
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Dell'elogio metrico attribuito al papa Liberio
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https://doi.org/10.11588/diglit.18556#0138
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BULLETTINO

mento ; aggiungendo qualche novella prova e discutendo le obbiez-
zioni. Mi studierò di farlo in modo succinto e preciso.

Il punto sostanziale, più o meno inaspettato, dell'elogio at-
tribuito a Liberio è, che dai fedeli di Eoma suoi contemporanei
egli sia stato tenuto per invitto confessore della fede Nicena,
da lui mantenuta sempre inmaculata, per la quale dannato al-
l'esilio passus est inala cuncta libenter; ed alla fine del carme,
il titolo di confessor per sovrabbondanza di onore gli è equipa-
rato a quello di martyr. Or bene di tutto ciò la testimonianza
esplicita oggi non sarà più sola quella dell'anonimo carme : ec-
cone un documento romano contemporaneo, e solenne per l'au-
torità di chi lo scrisse. Anastasio I, che sali alla sede aposto-
lica appena 32 anni dopo morto Liberio (a. 398), era stato senza
dubbio contemporaneo di lui ed ascritto al suo clero, quando ne
avvennero la morte e la sepoltura gloriosa secondo il carme. Egli
scrisse a Venerio vescovo di Milano, successore di s. Ambrogio
dopo Simpliciano, le parole seguenti di storica importanza 1 :
Integram fidem apostolis traditam . . . tof.o orbe victrix retì-
nebat Italia. (Eo) quippe sub tempore, quo divae memoriae
Constantius orbem vietar obtinuit, nec potuit sordes suas in-
mittere aliqua subreptione haerelica factio Arriana ; deo no-
stro, ut credimus, provi(d)ente ne Ma sanata fides et impol-
lula aliquo vitto blasphemiae maledicorum hominum contami-

1 Questa lettera rinvenuta in un codice di Bruxelles fu data alle
stampe nel Bihliophile Belge III p. 121 ; la quale edizione fu sì poco av-
vertita, che il Kaltenbriinner non la registrò al luogo suo nella seconda
edizione delle Regesta del Jaffé. Il card. Pitra di eh. meni, le die' mag-
giore pubblicità, stampandola con gli errori e le lacune ad fidem codicis
e poi restituendone il testo nelle Analecta novissima (a. 1885) I p 462 e segg.
Egli però menomò l'importanza del documento, attribuendolo ad Anastasio II
(a. 496-498). È evidente la lettera essere del primo (a. 398-401), del quale
fu contemporaneo Venerio di Milano; lo ha pienamente dimostrato il Du-
chesne, Bull, critique 1886 p. 69, 70. Sulla scorta del quale il Kalten-
briinner la pose poi, come di Anastasio I, nelle Addenda n. 281. Il passo da
me allegato è riprodotto secondo il codice, eccetto gli errori ortografici :
le lettere chiuse entro parentesi sono supplite.
 
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