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Bullettino archeologico italiano — 1.1861-1862

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Heft 21 (März 1862)
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Minervini: Nuove osservazioni sopra le iscrizioni dipinte nell' interno di un acquidotto, al Vicus Palatius
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Minervini: Bibliografia
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https://doi.org/10.11588/diglit.9008#0174

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— 166 —

Fin qui il eh. Garrucci. A me piace di osservare ;
che il motivo da lui immaginato del vedere omesso j
uno de' due consoli fu precisamente lo stesso propo- !
sto dal eh. de Guidobaldi nella seconda parte del suo
articolo: siccome può vedersi a pag. 130 s. di questo
bullettino. Accettando l'invito di studiare la località
per cercare in qual modo le acque si distribuissero,
spingerò quei colti gentiluomini che proseguono le
scavazioni nel suolo dell'antica Cales, ad istituire re-
golari cavamenti in quella importante località. Ove
ciò mi riesca di ottenere, non mancherò di darne la
più precisa conoscenza, e la esatta descrizione, cor-
redata de' necessarii disegni.

MIN ER VINI

BIBLIOGRAFIA

Memorie della regale Accademia Ercolanese di Archeologia,
voi. IX — Napoli 1862 in 4, pag. 372.

Questo volume, di cui i primi fogli erano impres-
si da qualche anno, ha poi veduto la luce recente-
mente per cura della nuova Accademia di Archeolo-
gia Letteratura e Belle Arti, la quale è succeduta al-
l'antica Accademia Ercolanese ed a quella delle Belle
Arti. Esso è una parte de'lavori rimasi inediti di
quell'illustre corpo, a cui ebbi l'onore di appartene-
re, e di cui altri volumi in corso di stampa verran-
no fra breve ad attestare la operosità e la dottrina.

lo intendo di dare in questi fogli un brevissimo
ragguaglio de' lavori che si contengono in questo vo-
lume: e credo mio debito di farlo perchè già nel Bul-
lettino Archeologico Napolitano diedi una notizia di
quelle accademiche pubblicazioni sino al voi. VIII.

Ecco le memorie comprese in questo nono volu-
me degli atti ercolanesi.

1. Sopra un vaso di creta dipinto adorno di bassi-
rilievi indorati, del commendatore Bernardo qua-
ranta, pag. 1-35: con due tavole incise.

In questa memoria il eh. autore imprende ad illu-
strare un vasellino di Canosa, ch'egli dice proveniente
dalle tombe di Ruvo, offerto in dono al nostro museo

Nazionale dal sig. cav. Fenicia. Rappresenta questo
un giovine cavaliere in persiano costume, che stra-
mazza al suolo una raggiunta cerva, mentre un barba-
to personaggio tien l'animale afferrato per le auree
corna.Il commendatore Quaranta riconosce una caccia
eseguita da un giovine principe persiano, coli' assi-
stenza di qualche gran personaggio di quella corte: e,
traendone argomento dalle dorate corna del cervo,
pensa che quella caccia avvenga nelle chiuse riserve,
e che perciò il greco artista intese a fare onta alla
persiana nazione, che in quelle facili cacce esercitava
la sua destrezza. La brevità che ci siamo imposta ci
vieta di riferire le dimostrazioni ed i confronti ri-
portati dall'a. Vogliamo solamente notare che in
monumenti di simil genere le dorature nulla pruova-
no, giacché esse non sono ad indizio che gli oggetti
fossero realmente dorati, mentre si ravvisano talvolta
dorate le teste de' personaggi che vi sono effigiati.
Non vorrei dunque con tanta certezza asseverare che
si volle colla cerva dalle dorate corna accennare ad
un animale di regia riserva; e perciò le idee del-
l'autore sull'intendimento dell'artefice ci sembrano
per lo meno dubbiose.

Ricorderò pure che io medesimo diedi altrove una
più larga interpretazione allo stesso monumento, pa-
ragonandolo col vaso dell'Ateniese Senofanto, e rav-
visai in entrambi la famosa caccia di Dario in Susa
raccontata da Erodoto (lib. Ili, c. 129), uno degli
avvenimenti più significativi della vita di quel per-
siano monarca. Vedi le cose da noi largamente di-
sputate nel bullettino archeologico napolitano an. VII,
pag, 49 segg.

2. Sul marino de Tini in Pozzuoli, osservazioni
del sig. Agostino Gervasio: pag. 37-115 con una ta-
vola incisa.

Il marmo, di cui è parola, è la celebre lettera dei
Tirii stabiliti in Pozzuoli al Senato della loro metro-
poli, e la risposta che ottennero alle loro dimande.
Esso fu edito già dal Grutero (pag. MCV) e diè luo-
go ad una particolar dissertazione dell'Ignarra (de
palaestra neapolitana p. 218 segg.).
| Il eh. a. comincia dal fare minutamente la storia
I del monumento che imprende a dichiarare, e che
 
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