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Bullettino archeologico italiano — 2.1862

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Heft 2 (Juni 1862)
DOI Artikel:
Minervini, Guilio: Statua pompeiana di bronzo rappresentante Narcisso
DOI Artikel:
Minervini, Guilio,: Pesto e i suoi monumenti
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https://doi.org/10.11588/diglit.9009#0017
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— 13 —

do il genere della materia usata, e la velocità del
lavoro.

Io mi propongo di far migliori studii su questo
insigne monumento, per vedere qual posto esso ten-
ga nella storia dell'arte greca, ed a quale scuola va-
da attribuito.

MINEBVIXI

Pesto ed i suoi monumenti.

Parecchi anni addietro fui incaricato di visitare
non pochi siti della provincia di Principato Citerio-
re per esaminare gli antichi monumenti e le opere
dell'arte moderna, che reclamavano le cure della
commissione di antichità e belle arti, alla quale io
allora apparteneva. Furono miei compagni in quella
archeologica ed artistica peregrinazione gli egregi
architetti Gaetano Genovese ed Ulisse Rizzi, ed i va-
lenti pittori Camillo Guerra e Giuseppe Mancinelli.
Io fui relatore di questa Commissione; e co' lumi
riuniti di tutti i miei colleghi compilai un lungo
rapporto, proponendo non poche cose che non furo-
no che in minima parte eseguite dall'amministra-
zione di quell'epoca. Fralle varie osservazioni, che
furono allora da noi presentate, eranvene alcune sui
celebri monumenti Pestani, i quali sono di ammi-
razione a tutti coloro che si recano ad osservarli.
Credo opportuno pubblicare in questi fogli queste
sole osservazioni, tralasciando tutte le altre relative
a monumenti di diverso genere. La importanza di
quegl'insigni edifizii darà di questo mio pensiero
una soddisfacente spiegazione.

RELAZIONE

'< Questa famosa città celebre principalmente pei
suoi monumenti superstiti richiamò in particolar
modo la nostra attenzione.

Mura di cinta.

Noi abbiamo percorso in compagnia del sig. Rizzi
tutto il circuito delle mura, che si estende per ben

tre miglia. Sarebbe cosa degnissima di lode, e che
farebbe una bella impressione sopra tutti coloro che
sentono battere il cuore alla vista delle reliquie delle
l antiche costruzioni de'popoli civili, che ci precedero-
no, fare uno scavo intorno alle mura, ritrovando il
livello dell'antico suolo; per modo che con uno sguar-
do comprender si potesse tutto l'ambito dell'antica
Posidonia. Noi non sappiamo insistere abbastanzasul-
la importanza, o piuttosto necessità di tale operazio-
ne.Vcggonsi presso alle mura moltissimi massi cadu-
ti, e la degradazione si aumenta di giorno in giorno
per gli alberi piantati o sulle mura, o in vicinanza
delle stesse, per modo che le radici fan crollare con-
tinuamente nuovi pezzi. A ciò si aggiunga lo spirito
di devastazione, che induce tutti a rapire quei massi
caduti, per usarne alle proprie costruzioni. E se non
si oppone un argine a tanta distruzione, non tarderà
molto, e gli armenti di Pesto andranno a pascolar
su quelle reliquie dell'antica Posidonia. Varie torri
abbiamo pure osservate, che s'incontrano nelle mu-
ra; ed alcune porte, più o meno conservate e caden-
ti. E sarebbe ancora possibile ricomporle in parte,
per conservarne la idea. L'altro mal vezzo, già trai
proprielarii di quelle vicinanze introdotto, si è di
piantar nuovi edifizii sulle mura, ovvero in altri siti
che recano immenso nocumento alla vista de' mo-
numenti.

Sicché le nostre proposizioni relativamente alle
mura di Pesto sono le seguenti :

1. Svellere gli alberi cresciuti sopra le mura, o
in tanta vicinanza che cagionar ne possano la di-
struzione.

2. Impedire che altri alberi di alto fusto si pian-
tino nella medesima situazione.

3. Impedire che si edifichino nuove costruzioni
sulle mura, tollerando soltanto quelle già esistenti.

4. Ripulire a' due lati il circuito delle mura, e
giungere sino al piede delle slesse, rimettendo tutti
i pezzi caduti per darne e serbarne la idea, e cosi
man mano rimettendo nel suo pristino stato qual-
cuna delle porte e delle torri: evitando la dispersio-
ne de' massi caduti, che servir debbono a tale ope-
razione ».
 
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