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VITA
quel che narra Carlo Vanmander Fiam-
mingo in suo idioma, prese il cognome
dalla mmlre che abitava in Fiandra nella
Città di Bruges, Jan Goltz hgliuolo del
"Vecchio Hubrecht abitò Keisers Weert, e
vi ebbe carica di Borgomastro , ed altri
governi, e fu anch'egli buon pittore. Costui
adunque , oltre a diverse femmine , ebbe
di suo matrimonio due hgfuoli maschi: il
minore si chiamò come il padre Jan Goltz,
che dopo la morte di lui esercitò il mestie-
re dello scrivere in vetro, ma per aver
incontrata poco buona fortuna nell' arte
sua in Veisers se n' andò a stare a Mul-
Imecht villaggio nel paese di Juliers non
molto lontano da Venlò, e quivi in assai
giovenile età si accasò. Di suo matrimouio
fu il primo frutto il nostro Enrico Golt-
zio nato nel mese di Gennajo poco avanti
al giorno della conversione di S. Paolo
nel j558. in esso luogo di Mulbrecht.
Raccontano che questo fanciullo Suo in
braccio alla madre fu sì spiritoso vivace e
ardito, ch'era proprio una maraviglia, e
più volte a cagione di tale sua vivacità e
del continuo agitarsi o scagliarsi eh' e' fa-
ceva caddele di collo, e una volta fra l'al-
tre cadendo in luogo dove era uno stecco
acuto con esso si ferì talmente il naso, che
rimase dall' una all' altra parte trapassato ;
€ più volte ancora in quella sua tenerissi-
ma età bisognò che la madre ed altri il
cavassero deli' acqua dov' egli era caduto
 
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