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BALLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLITANO.

NUOVA SERIE

N.° 20. Aprile 1853.

Poche [osservazioni sopra un vaso della collezione Jalta. — Notizia de'più recenti scavi di Pompei: continua-
zione del num. 48.—Lettera del eh. sig. Agostino Gervasio, al sig. Giulio Minervini. — Una spiegazione.

Poche osservazioni sopra un vaso della collezione Jalta. di un nocchiuto bastone , e che meglio si addice al

divinizzato figliuolo di Giove. Alla medesima idea di
Nella nostra tavola VI vedesi figurato un impor- apoteosi concorre la corona, che cinger si mira la
tante vaso della collezione Jalta in Ruvo , del quale fronte di questa imberbe figura ; o che ravvisar vo-
dobbiamo un lucido alla cortesia del sig. Teodoro gliamo una corona di alloro, o piuttosto una corona
Avellino. Diffìcile ne sembra la interpretazione; e noi di quercia, albero particolarmente ad Ercole consa-
nel proporne una spiegazione intendiamo di sotto- crato, e sotto del quale acquistò dopo il rogo la im-
metterla al giudizio de'dotti, attendendone la confer- mortalità (Callim. hymn. in Diari, v. 159. cf. Eckhel
ma, ovvero una più plausibile dichiarazione. Gettau- doctr. num. tom. II, p. 106). La situazione di que-
do uno sguardo alla vascularia rappresentanza, della sta figura, e lo star tra due guerrieri rivestiti di tut-
quale ci occupiamo , ed osservando al suolo le armi te le loro armi in livello più elevato, ci richiama sen-
di Ercole, ricorre tosto il pensiero a questo eroe ; e za alcun dubbio ad una epiphania di Alcide. Di fatti
certamente il soggetto, che abbiamo sotto gli occhi, se que'guerrieri si appalesano tuttavia nella mortai
non può non avere una strettissima relazione col fi- vita , ed intesi alle guerresche imprese , e se dall' a!-
gliuolo di Alcmena. Diligentemente considerando tutte tro lato mostrasi Ercole sotto le forme dell'apoteosi,
le figure della nostra composizione, ci sembra evi- non potrassi in altro modo spiegare la riunione dei
dente che Alcide appunto debba ravvisarsi nel nudo tre personaggi, se non che supponendo un'apparizio-
giovine coronato di foglie, e con clamide pendente al ne di chi prima perì a' due superstiti; una venuta
sinistro braccio , il quale si appoggia colla destra a dall' Orco , per prender parte alle operazioni de' vi-
lunga e nodosa clava. Tutte queste particolarità ben venti. A questo ci sembra accennar benanche la Fu-
convengono ad Ercole dopo la sua apoteosi, e si ci- ria sedente con serpenti nelle mani, e sulla fronte,
tano non pochi monumenti, ne' quali vedesi effigiato Essa figura la porla dell'Orco, presso cui sorger dovea
senza la pelle di leone e con semplice clamide (Mil- l'eroe, ancorché godente delle delizie dell'Elisio: e
lingen vases de Coghill Bari pi. XI, XXV; Guattani mi ricorda quei versi di Virgilio : (Aen. VI, 555)
mon. ined. 1787 taf. XLVII ; cf. il eh. Braun negli Tisiphoneque sedens palla succincla cruenta
annali dell'Ist. 1836 p. Ili, e p. 181): nondimeno Vcslibulum exsomnis servat noctesque diesque:
nel nostro vaso l'eroe è meglio determinato dalle sue a'quali si aggiugne poco dopo. . . torvosque sinistra
armi difensive ed offensive, che giacer si mirano al Inlentans angues... v. 574, s. cf. v. 280, s.
suolo: vedi la pelle di leone, la formidabile clava, ed Del resto possono in questa Furia riconoscersi altre
ivi presso l'arco ed il turcasso. E poi notevole che la allusioni ed altra intelligenza, come diremo tra poco,
pesante e corta clava , di cui già si avvalse 1' eroe Se trattasi senza alcun dubbio di una apparizione
nelle sue gloriose imprese, scorgesi nella sua mano di Alcide a due guerrieri, come dalla sola analisi ar-
cangiata in altra meno grave, che dà piuttosto la idea cheologica del monumento si fa manifesto , chi dire-
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