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BOLLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLITANO.

NUOVA SERIE

N.o 36. (12. dell' anno IL) Dicembre 1853.

Osservazioni del eh. ab. D. Celestino Cavedoni al 4. anno del presente bullellino. — Notizia di una tavoletta
calcolatola romana.—Giunta all' articolo precedente.—Iscrizioni latine. Continuazione del n. precedente.

Osservazioni del eh. ab. D. Celestino Cavedoni
al 4. anno del presente bidlettino.

Scavi di Pompei. L'Amore con lira(p. 26)trova
il suo riscontro anche ne' denarii di L. Iulio Cesare
(v. il mio Saggio p. 155, e l'Appendice p. 112). Si-
milmente la Ninfa seminuda lenente con ambe le ma-
ni un cratere di fonte si scambia luce confrontata con
simile figura ricorrente in molte monete di Samo (v.
Spicil. num. p. 181), ove probabilmente vuoisi ri-
cono, cere Leucotheae fons ( Plin.V.'òl: cf. Lobeck A-
glaoph. p. 1186). — Il Tritone con piccole corna sul ca-
po, e con due anteriori branche non dissimili da quelle
dell' aslacus (p. 28), dà luce al tipo di una medaglia
di Adriano con l'epigrafe P • M • TR ■ P • COS ■ 111
attorno ad una figura virile barbata seminuda adagia-
ta, tenente nella d. un' ancora, per lo più riversa, e
che con la s. sorreggesi il capo appoggiando il gomi-
to ad un delfino capovolto. L'Eckhel ( Calai. Mus.
Caes. n. 439) vi ravvisa un Fiume per ragion dalle
corna; ma quelle che parvero a lui corna, in un esem-
plare che ho sott' occhio, sono manifestamente due
chele o sia granceole di paguro ; onde panni senza
meno imagine dell'Oceano (cf. Visconli Op. var. P.
II. p. 344. Eckhel SyUoge (afe.VI; 5).—La bianca lu-
na crescente, con bianco astro nel mezzo, sovrastante
al «apo di Diana che si accosta al dormente Endimio-
ne (p. 34), mostra ad evidenza, che la luna con astro
nel mezzo, che ne' denarii di L. Titurio Sabino so-
vrasta al capo della vergine Tarpeia, indica l'ora not-
turna (v. saggio p. 184), e non già il sole e la luna,
«ome parve all' Eckhel. 11 rhabdos del dipinto Pom-
peiano, posto in mano della dea, ha il suo riscontro

ANNO II.

nella verga, colla quale la Notte od altra ministra di
Diana stessa sta per destare il dormiente Siila nel ra-
rissimo denario di L. Emilio Buca.-Notevole mi par-
ve la particolarità degli anelli ad ornamento delle orec-
chie di Paride o Ganimede che sia (p. 89), sì in riguar-
do alla statua di Achille ornato di orecchini in Sigeo
della Troade ( Servius ad Aen. I. 34. Tertullian. de
pali. 4.), come perchè nella ricca serie delle monete
di famiglie Romane non trovo altro esempio d' orec-
chini a foggia di anelli ornali di perle o gemme, se non
che in un denario di M. Pletorio Cestiano.

Programmi Pompeiani. Nel programma della pu-
gna gladiatoria di Gneo Nigidio Maio (p. 116) prefe-
rirei di leggere : PRO SALVTE Tiberii CAESARIS
AVGVS77. Liberorumque eius et ob DED1CATIO-
NEM ARAE CLEMENTIAE. Per una parte consta
come Tiberio in sul principio del suo impero affettava
singolare clemenza, e ne fanno fede anche le copiose
monete col clipeo e l'imagine della Clemenza dedica-
tagli dal Senato (Eckhel T. VI. p. 187: cf. Annali arch.
T. XXIII, p. 226); e d'altra parte pare cosa troppo
strana e quasi incredibile, che altri offrir potesse uno
spettacolo tutto insieme per la salute della casa Au-
gusta e per la dedicazione dell' ara della demenza. An-
cora vuoisi osservare, che , se gli apologisti di no-
stra Santa Religione trovato avessero qualche esem-
pio di sconcio e ridevole cullo, non ne avrebbero di
certo risparmiato il dovuto rimprovero a'Gentili. Del
reslo, chi trascrisse quel programma nel 1767, quan-
do i confronti erano tanto più scarsi, potè prendere
abbaglio nel leggere AMENTIAE, del pari che nel
LIFF. AVRVMQVI della linea precedente. Gneo Ni-
gidio Maio potè essere FLAMEN Ti. CAESARIS,
 
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