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BALLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLITANO.

NUOVA SERIE

N.° 88. (14. dell'anno IV.) . Gennaio 1856.

Scavazioni di S. A. R. il Conte di Siracusa. Continuazione dell' articolo inserito nel n. 81.— Osservazioni
dell' Editore sulV articolo precedente. — Continuazione delle scavazioni Cumane. Vasellino dipinto col sog-
getto di una giocoliera.—Moneta punica di Segesla.—Bibliografìa.

Scavazioni di S. A. R. il Conte di Siracusa. Conti-
nuazione dell'articolo inserito nel n. 81 (1).

1. Iscrizioni sannitiche di Cuma.

Fra le greche tombe scoperte nella necropoli cu-
mana , una se ne rinvenne nel 1853 appartenuta a
gente sannitica, che fra molte stoviglie dorate tornò
alla luce quell' insigne karchesio con epigrafe osca,
^AinV |1 ÌII8V da me altrove pubblicato ( Monum.
Cum. pag. 13; Bull. ardi. nap. u. s. toni. I, pag.
163). Due stele di tufo vengono ora ad accrescere il
novero di sì pregevoli monumenti, 1' una alta palmi
4, avendo in ciascun lato un piccolo pilastro di so-
stegno alla cornice, cui sovrasta un frontone a modo
di edicola , che porta scolpita verso la sommità in
lettere osche e retrograde l'iscrizione :

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S 3 I -U *

l'altra priva di ornamento, ma con caratteri di mag-
giori dimensioni, ove leggesi

> - l-UK • ?

Sebbene l'insolita desinenza delle voci Slatie e Silie

(1) Riproduciamo queste notizie siccome vennero pubblicate dal eh.
Fiorelli in una sua recente scrittura, che ha per titolo : Monumenti
antichi posseduti da Sua Altezza Reale il Conte di Siracusa.^
Adversaria epigraphica, pag. 7. in 8.
4NNO IV.

dia luogo a diverse conghietture, pure non può du-
bitarsi eh' esse contengano il nome dell' individuo e
quello della gente cui appartenne, e che debba cre-
dersi una donna, non avendo il suo appellativo alcu-
na terminazione propria de'nomi maschili. Epperòse
il nominativo femminile comune usciva in ù , come
viù e viteliù, parmi che quello de' proprii fosse in a
od in as, quale ne'maschili Santia, Gutla, Taurea,
Maras, non solo per esser la desinenza a indistinta-
mente usata ne'due generi dai Latini, ma perchè l'an-
tico genitivo singolare di questa declinazione fu in
as (Sosip. Charis. , Inst. gramm. lib. I, c. 10, tom.
IV, p. 9 Lindem.), quale appunto nelle osche voci ei-
luas , vereias, pas, moltas, scriftas. Avuto dunque il
nominativo Slalia, Silia,\& desinenza e non può spet-
tare che al dativo, come nell'umbro trebe, iuvie, tu-
te, ikuvine, kletre, ase , ove parmi tenesse luogo del-
l'altra ai delle osche voci vereiiai, pumpaiianai, pii-
stiai, fluusai, rispondenti all'amica forma latina, au-
lai, tersai, frugiferai. Determinato per tal modo il
caso dei due primi nomi, che volgo in Statiae Siliae,
l'ultimo Salavs certamente anch'esso di persona, non
può esser che nominativo della seconda declinazio-
ne , quale aadirans, tàvtiks , pùmpaiians , e quindi
terminato in us e diverso da'que'nomi dalle finali i$
o Us, che latinamente mutansi in ius quali pàpidiis,
aadiriis, trebiis, staatiis. Leggo perciò S. Salavus, che
sotto la forma Salavius rinvengo in altra iscrizione
sannitica* con lettere latine , esistente a Corfiniura
( Mommsen, Inscr. lat. pag. 284, n. 5379), e sotto
quella di Salevius in marmò di Teate de' Marrucini

(Mommsen, o. c. pag. 278, n. 5306), senza dire di

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