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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.5.1856-1857

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Nr. 107 (Gennaio 1857)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12304#0073
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BIMETTMO ARCHEOLOGICO NAPOLITANO.

NUOVA SERIE
N.° 107. (9. dell'anno V.) Gennaio 1857.

La Cerere Trìopea ed il mito di Frisinone in vaso dipinto di Nocera. — Di una epigrafe capuana malamente
tacciata di falsità. Supplemento al ti. 106. — Tombe con iscrizioni Cristiane in Tropea: con lettera del eh.
signor Ciro Moschilli all' editore del bulleltino.—Circe in vaso dipinto di Nocera.

La Cerere Triopea ed il mito di Erisiltone in un vaso
dipinto di Nocera.

Molto importante si è il vaso a Ggure nere, di cui
presentiamo la incisione nella nostra lav. V fig..l,
ove diamo pure la forma del vaso il quarto dell' ori-
ginale. Questo raro monumento appartiene alla scava-
zione eseguita in Nocera dal Sig. Primicerio, ed ora
redesi collocato nel Real Museo Borbonico. Sono due
giovani, uno de' quali è inteso a percuotere con una
grossa scure nel sito ove si vede una testa femminile
di grandi dimensioni sporgente dal suolo, l'altro pog-
gia uua mano quasi sulla medesima testa, e fa coli'al-
tra un gesto verso il compagno , quasi per regolarne
od impedirne i colpi. A dar la spiegazione di questa
singolare rappresentazione ricorre spontaneamente il
pensiero ad un altro vaso di Viterbo pure a figure nere
reso celebre per le discussioni, alle quali diè luogo. Fu
questo la prima volta pubblicato dal dottissimo Cav.
Welcker negli annali dell'ht. di cor. arch. per V anno
4850, tav.d'agg. I, insieme con una erudita illustrazione
pag. 245 eseg. Egli sostenne che si rappresentassero
gli dei Palici figli di Vulcano , i quali battono sulla
testa della loro madre Talia. Molte opposizioni si fecero
da uomini dottissimi a questa spiegazione: e lo stesso
Cav. Welcker espose tutte le quistioni, e le novelle
congiunture da altri proposte, ripubblicando la sua
dissertazione ampliata ed in parte emendata nel terzo
tolume de'suoi Alle Denkmaeler p. 201 segg. La opi-
nione del Welcker fu seguitata da molti: cito tra que-
sti il mio eh. collega Commr. Quaranta il quale ha pur
ritenuto che fossero i Palici, dando una breve notizia
àumo r.

del vaso di Nocera alla Reale Accademia Ercolanese.
Altri se ne allontanarono ; e principalmente il celebre
Hermann, il quale vi riconobbe la fabbrica di Pando-
ra, quasi che ne fosse preso il soggetto da un dram-
ma satirico di Sofocle. 11 eh Sig. Cav. Gerhard riten-
ne che fossero i Palici, ma nella colossale testa rav-
visò la dea Cerere (vedi la citata dissertaz. del Welcker
p. 227 seg. del voi. Ili degli alle Denkmaeler). È nota-
bile la differenza che passa fra il monumento antica-
mente conosciuto , e questo più recente da noi pub-
blicato. In quello tengono entrambi la scure , laddo-
ve nel nostro un solo è inlento a percuotere : veg-
gonsi in quello Bel campo svariate ramificazioni,
laddove nel dipinto di Nocera non appare alcuna
traccia di vegetazione : finalmente i due personaggi
muniti di scure veggonsi barbati , mentre nel nostro
vaso sono giovanili ed imberbi. A ciò si aggiunga
che nel vaso anticamente conosciuto tutta la rappre-
sentazione si scorge in mezzo a due colonne. Il Wel-
cker riportò ancora alla stessa favola de' Palici un
dipinto di un altro vaso fittile, ove si scorgono due
uomini barbati di virile aspetto, i quali minaccia-
no di percuotere con piccole scuri un albore che
sorge presso una donna di regolari dimensioni in
parte nascosta nella terra, e vicino è un clamidato
personaggio , che con vivace movimento cerca di di-
stogliere o di animare i minacciati colpi ( v. Passeri
pici. Etr. in vasc. t. III. p. CCLIV).

Confesso francamente che la spiegazione proposta
dal dottissimo Welcker non mi pare potersi adattare
a tutti questi monumenti. Oltre le osservazioni già
fatte da altri, io credo che studiando la natura dei

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