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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

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Nr. 131 (Dicembre 1857)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0062

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che a pena appaiono dietro i primi; Calice parlilo {dal
l alo vidi il e) in tre foglioline appuntate e seghettate,
lunghe quanto i petali, e spatolate nelle sommità: Pe-
ricarpio rotondo o turbinalo, distinto dal calice, con
pedunculo, o gambo, dall' estremila del quale si dipar-
te un altro pedicillo, in direzione obliqua, ed è fornito
nella sommità di un bottoncino di fiore simile al fiore
semiaperto. Questi caratteri convengono tutti alla Rosa
a fiore scempio ; e molti di essi sono affatto contrarii
a quello del Balaustio, che ha il calice monofdlo, cam-
panulato, quinquefido soltanto verso la sommità ; ed è
quasi sessile. In alcune delle monete d'Alessandro im-
presse in Rodi il flore in quistione è fornito del suo
pedicillo obliquo; onde è senza dubbio rosa, e non già
balaustio : e rosa vien detto anche dal dotto Millingen
(anc. Coins.). Balaustio sarà più verisimilmenfe quello
delle monete d'Alessandro e dei due Filippi, attribui-
te dal eh. Mùller a Traelium. della Macedonia ; poi-
ché esso è quasi sestile, nè mai fornito di pedicillo se-
condario.

11 eh. autore assai felicemente riporta a Synnada
della Frigia un letradrammo d'Alessandro insignito
de' due simholi della elvella e di una come pietra di
forma turbinala ( p. 262, n. 117-4 ). Egli lascia poi
in incerto, se la detta pietra turbinala si riferisca alle
cave del marmo Synnadicum, ovvero ad una pietra
conica. Preferirei la prima di queste due spiegazioni,
in riguardo al detto di Strahone (XII p. 577), che
quelle cave cioè da prima davano soltanto piccoli
blocchi, (tixpàs fìoukous, che probabilmente avranno
servito per farne mole trusatili ed altri ordegni di po-
ca mole.

Felice altresì parmi 1' attribuzione fatta ad Aspendo
dal eh. Mùller (p. 2G7 n. 1196-1221 ) di parecchie
monete d' Alessandro Magno con diverse lettere, e
simboli, fra'quali uno'tutto proprio di quella insigne
città della Panfilia ; ma non del pari felice mi sembra
la denominazione da esso lui data a quel simbolo. Il
simbolo in questione , avente una forma particolare
(vedi la nostra tav. VI fig. ì), fu dai numografi de-
nominato remo, timone di nave, e scudo Argivo ; ed
al eh. Mùller parve òasfoosia sella da cavallo fornita
di corregge e di anella per fermarla soti' esso il ventre

del cavallo medesimo. Ma , senza dire, che le selle
degli antichi, dette ephippia, straguìa, consistevano in
una semplice copertina , come vedesi segnatamente
ne' tetradrammi di Filippo II re di Macedonia, una
sella di forma così ristretta, come l'oggetto in que-
stione , non poteva altrimenti servire d'ephippium.
Nella moneta di Aspendo , che lo rappresenta più
chiaramente ( Mùller pi. II, 25 ), chiaro si pare che
l'ordegno in questione nella parte sua interna è for-
nito di un altro oggetto vie più solido, che vi resta
inchiuso; onde parmi senza meno un cestus da pugi-
latore rappresentato così scritto, quale vedesi altresì
in mano del pugile vincitore nelle rare monele^di L.
Pletorio per allusione al cognome suo CEST1ANVS
( Borghesi, Dee. Il, oss. 7 : Cohen pi. XXXII n. 1
Plaeloria ). 11 cesto primitivo consisteva in un sem-
plice strofio, o zona tondeggiante, entro la quale s'in-
serivano le quattro dita della mano, lasciando nudo
il pollice e l'estremità di quelle, ffrpòtyiov, o serri
trrpoyyvkov ^wx/pioy ( Philostrat. apud schol. Platon.
de lìep. I, 338 : cf. Secchi, musaico Antoniniano p.
62 ) ; e tale parmi evidentemente l'ordegno delineato
sopra le accennale monete di Aspendo. La sua for-
ma e grandezza è in tutto adatta ad avvolgersi attor-
no alle quattro dita della mano ; il corpo solido, che
appare nella parte sua interna, sarà di piombo o d'al-
tro metallo pesante molto per rendere vie più forti le
percosse del pugile; e le due corregge alle estremità
dovean servire per allacciarlo attorno alla mano ed
al carpo di essa. D'altra parte il cesto del pugilato è
tipo convenieutissimo alle monete degli Aspendii, che
in altre belle e copiose loro monete si piacquero di
ripetere il tipo analogo di due palestriti lottanti di tutta
forza ( Eckhel III, 9 , 25 ).

11 eh. Mùller (p. 291, n. 1350) ben a ragioneat-
tribuisce a Larissa della Seleucide alquante monete
d'Alessandro col simbolo della protome di un cavallo
pascente, che talora si consocia all' altro simbolo del-
l' àncora de' Seleucidì. Egli soggiunge , che Larissa
della Seleucide probabilmente derivò il tipo del ca-
vallo pascente dalla città omonima della Tessaglia,dalla
quale avea ella preso il nome : e potea confortare di
mollo la sua sentenza col riscontro del nuovo frani-
 
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