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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

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Nr. 133 (Gennaio 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0073
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BCLLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLITANO.

NUOVA SERIE

N.° 133. -(9. dell'anno VI.) Gennaio 1858.

scoperte cumane di S.A.R. il Conte di Siracusa.—Dell'ortografia del nome SIDICINVS.—Bibliografia.

Auoue scoperte cumane dì S.A.R. il Conte di Siracusa .

sepolcro con arcaica epigrafe

Essendosi proseguile le scavazioni nell' antica Cu-
ma, che con tanto profllto per gli studii della patria
archeologia si stan praticando sotto gli auspicii di S.
A.R. il Conte di Siracusa, sono state esse feraci
di altre importanti scoperte.

Noi vedemmo precedentemente essersi rinvenuto il
silo di un antichissimo sepolcreto cumano: come si
desumeva dalla epigrafe, che ci additava la tomba di
una Critobule ( v sopra pag. 49 segg. ). Ora in quel
medesimo sito ebbero luogo in questi ultimi giorni altre
non meno importanti scoperte , delle quali mi piace
dar sollecitamente notizia. Ed in prima parlerò di un
altro sepolcro, che ci offriva allra antichissima me-
moria scritta del pari boustrophedon. La epigrafe è se-
gnata non già nel tufo bigio, come quella di Critobu-
le, ma sopra un tufo giallo, che per trovarsi a con-
tatto coli' acqua è addivenuto nella superficie assai te-
nero e friabile. Per questo motivo la pietra si è rotta
in più pezzi, e ne manca una porzione nella parte in-
feriore. Come ora si presenta, offre le dimensioni di
circa un palmo e 5 decimi per due palmi (1).

Ecco ciò che rimane della iscrizione

DEMOv

* o a 15i a

EMITO

caratteri usati nella nostra epigrafe si assomigliano

(1) Daremo un facsimile di queste due iscrizioni in una tavola
d'aggiunta al presente anno del Bullettino.
anno vi.

quasi del tutto a quelli delle iscrizioni triopee, le quali,
come ognun sa, furono da Erode Attico segnate alla
guisa delle più arcaiche epigrafi. Solo è a notare che
il carattere E vedesi nella cumana inclinato a destra,
come nella iscrizione Sigea, ed in altre di vera ed alla
antichità. È slato osservalo che nel jonico alfabeto si
trovi la forma R, che ricorre costantemente nelle ci-
tale iscrizioni triopee (Franz ehm. ep. gr. pag. 18).
La nostra iscrizione riesce importante , per quel che
concerne la paleografia, a motivo della comparsa del
carattere Era slato osservalo che quel carattere fu
primamente introdotto presso i popoli dorici ed eoli-
ci ; la qual conclusione traesi da alcuni vetusti monu-
menti scritti in quel dialetto ( Franz op. cit. p. 20 ).
Ora la nuova iscrizione di Cuma, che si appalesa di
joniche forme, viene a comprovare che quel carattere
fu adoperato eziandio in epoca remotissima da popoli
Gioni. È appunto da' monumenti che dee ricavarsi
la paleografia : e non può dubitarsi che la nuova epi-
grafe cumana esser dee ritenuta di un'antichità supe-
riore a quasi tutte le altre iscrizioni conosciute. Pria
di passare a darne una breve dichiarazione, deggio av-
vertire che nella epigrafe di Critobule il P ha la solita
forma, in luogo di P : e da ciò viensi a provare che
quelle due forme furono quasi contemporanee. Dopo
le esposte considerazioni, riduciamo alla vera lezione
la epigrafe del Conte di Siracusa :

AHMOXAPIAOS EMI TO......

Non può con certezza asserirsi se la vocemancanle
fosse il nome del padre di Democaride, ovvero un su-
stanlivo al primo caso dinotante quella sepolcrale me-
 
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