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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.6.1857-1858

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Nr. 138 (Marzo 1858)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12305#0120
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— 112 —

questo nuovo tentativo semitico, a cui già altri ar-
cheologi di bella fama, molto prima del eh. Tar-
quioi, si rivolsero con poca felicità di successo, idee
totalmente contrarie, sulle quali cominciavasi a fer-
mare la niente di vari eruditi nella conceputa speme
dì giugnere con esse una volta al modo più diretto e
più legittimo per diradare a poco a poco le tenebre
del nostro antico linguaggio (V.Secchi in Bull.delVIn.
1846 n. 1-2—Eabretti in Bull, cit. 1853 p. 120
12 f , e Riv. conlemp. di Torino III p. 399 e segg.—
Orioli in Album, anno XXII. 170-171.194,ene'miei
Mon. Per. II. p. 136-137 , ed altri). Tutto ciò ma-
nifestandosi , io dico, dagli articoli del detto padre ,
è non pure utile , ma indispensabile , che egli possa
assicurarsi del terreno su cui procede, tanto più che
tenendo dietro strettamente, per trovarne il confronto
con 1' ebraico, all' aspetto, in cui una voce etnisca
si presenta, e al suono che dà in pronunciarla, met-
tendo da parte, almeno fin qui, il sistema più rice-
vuto delle comparazioni tratte dall' intima natura de-
gli idiomi , potrebbe una variazione in quell' aspetto
e in quel suono modificare il significato della stessa
ed influire inoltre nel concetto generale eh' ei stima
espresso nella leggenda. In conseguenza di che ve-
dendo la nominata iscrizione chiusina sottomessa ,
dopo quelle Perugine di S. Manno ( Civ. Cult. Ser.
III. voi. 8 p. 727 e segg. ) e dell' Arringatole ( Ibid.
!. c. voi. 9 p. 348 e segg.), ai nuovi esperimenti
ebraici, e perciò chiamala a sostenere i mirabili ri-
sultati ermeneutici del P. Tarquini ( Ibid. voi. 9 p.
741 (1), io mi permetto di accennare all'illustre ar-
cheologo , e far certo il lettore, che in quell'urna,
all' infuori della mutazione di riga voluta dallo spa-
zio , e dalla regolarità di disposizione data alle righe
stesse , non veggonsi due punti a separare il SCL da
ciòche segue in (orza linea; che tre punti, e non due,
sono dopo LARCSì ; che AFRA e non APRA (come
FANU e non PANU nel monumento di S. Manno ,
PHLERES e noaPLERES (=PELE RES) nell'or-

(1) Ne ripelerò la traduziune per qualche lettore di questo
Bullettino , cui non fosse pervenuta : Largius amator infelix
tarlili* fina conjugi cortjunciionis.

ringatore ) dee positivamente leggersi e farsi suonare
nella parte estrema dell' epigrafe, giusta l'alfabeto
di Bomarzo , il confronto de' monumenti nazionali,
e le dottrine degli uomini più versati nello studio
delle lingue e paleografie antico - italiche ; e che in-
fine ivi si trova LATHALISA e non LARTHALISA.
Del che , oltre l'apografo a mano che io trassi dall' o-
riginale, ebbi conferma da un calco che gentilmente
inviommene di Chiusi, dietro mia preghiera, l'egre-
gio Monsignor Mazzetti.

lo non ebbi , in volger mente a dettare queste
poche parole , la menoma ombra di pretensione di
voler qui entrare sul merito e sulla validità dei ra-
gionamenti e delle traduzioni del eh. P. Tarquini ,
in ordine a cui i dotti d'Italia e di Europa non tar-
deranno, io son d'avviso, a pronunciare un giudizio;
siccome già credettero di doverlo dar favorevole i
due rinomati suoi correligionari, il P. Marchi ( Civ.
Cult. Ser.III voi. VIIIp.727), e il P. Angelini {Degli
studi Archeologici del P. G. Pietro Secchi , ragiona-
mento , p. 41 not. 1 ), Senza esser punto nell' idea
meschina di attribuire maggior rilievo di quel che
non meritino alle presenti mie osservazioni, il lettore
non può e non devo in me scorgere che il puro desio
di rettificare, poiché ne era in grado, 1'ultima lezione
e trascrizione dataci di questa breve leggenda; egual-
mente che per l'epigrafe dell' Arringatore si vedrà fra
poco nella mia pubblicazione dei monumenti scritti
etruschi della Galleria di Firenze, e per l'epigrafe di
S. Manno già adempii direttamente con 1' illustre Ge-
suita, che dopo aver messa in luco la sua spiegazione,
ebbe la bontà di addimandarmi schiarimenti sugli apo-
grafi del Vermiglioli (Inscr. Per. prima edizione) e
del P. d'alti [Perugia Etnisca , pag. 35 ) da lui se-
guitati (1). Così può ben avvenire che ognuno entro i
limiti delle sue forze contribuisca a giovare siffatti
studi, e che nella presente quistione con il variare
de'suoni di voci, sì in questa che nelle allre epigrafi,
sottoposte già, ovvero da sottoporsi ancora alla disa-
mina ed a' confronti del P. Tarquini, variando i sen-
timenli e i concelti, si faccia strada nel campo etru-
sco ad ulteriori novità storiche e filologiche, atte,
non meno delle precedenti , ad indurre le meraviglie
ne' leggitori della Civiltà Cattolica.

Giancarlo Conestabile.

(1) l'ultima voce apas, per es., che il eh. illustratore vuol
posta sicuramente alla /Ine dell'epigrafe di s. Manno, non ne ha
mai fatto parte , nè esiste, ne ha mai esistito in qualsivoglia al-
tro punto di quell'edicola. Ond'è che su questo riinan ferma la
verità dello parole di Maffej e Vermiglioli, che ne i' esclusero.

Cav. Giulio Minekvini—Editore

Tipografia di Giuseppe Catàneo
 
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