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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 161 (Febbraio 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0091
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BALLETTINO ARCHEOLOGICO NAPOLITANO.
NUOVA SERIE
ZV.° 161. (11. dell’anno VII.) Febbraio 1859.

Intorno ad alcuni dolii di terracotta rinvenuti vicino il Sarno.—Nuove scoperte napolitane.

Intorno ad alcuni dolii di terracotta rinvenuti vicino il
Sarno.
Dalle rovine di un grosso fabbricato disotterrato, è
circa un anno, ne’larghi e fertili piani irrigati dal fiu-
me Sarno, e propriamente in un luogo detto il Musi-
gno, sedici grossi vasi di terracotta di varia grandezza
sono venuti fuori, che perla loro forma non possono
esser che dolii. A tal felice trovamento ha dato luo-
go l’opera della deviazione del fiume suddetto, ordi-
nata dal Reai Governo per la novella fabbrica della
Polveriera vicino Scafati.
Al nome del fiume Sarno ricorre subito al pensiero
il noto verso di Stazio (1)
Nec Pompeiani placeant magis olia Sarni.
E Silio Italico (2)
Sarrastes eliam populos, totasque videres
Sarni milis opes.
E Virgilio (3)
Sarrastes populos, et quae rigai aequora Sarnus,
Codesti luoghi opulenti, ricchi, e largamente fe-
condi di ogni maniera di prodotti, e di vini, che gli
adiacenti colli adorni di vigne fornivano, specialmen-
te quelli del Gauro (4) monte, dalla cui rinomanza
*
(1) Silv. II. 2. 262. (2) Lib. Vili, 568.
(3) Aen. VII. 738 — ef. Vib. Sequest. de flum. p. 18.
(4) Plin. XIV. c. VI. s. 8. Sillig. Il Milante (de Stabiis ) s’in-
gannò confondendolo con 1’ Albino più prossimo a Nocera; men-
lre il Gauro era vicino all’ odierno Gragnano sì ricco di viti, e cui-
meglio conveniva. Il vino Gaurano è rammentato anche da Ate-
neo (lib. 1. capo XLVIll. Schweigh. ). Or tanto questo Gauro, che
quello vicino Pozzuoli, che non debbono confondersi, ebbero rino-
manza pe’ loro vini. Cf. Plin. III. c. IX. ove il celebre summum
Liberi Patris cim Cerere certamen per la Campania. E parmi ben
dicesse Ambrogio Leoni (S/or. di Nola I. c. II.), quando lo rico-
nobbe ov’ è Gragnano.
ANNO VII.

ritraevano gli antichi utile guadagno, e ne facevano
grande commercio, formarono obbietto di sanguinose
guerre di quanti vi pervenivano, contrastandosene il
possesso. La qual cosa in rapporto all’ ampio agro
Nucerino, che stendevasi dal mare , e dal Vesu-
vio (1) insino a Nocera, ed il quale faceva parte ,
come si ha da Strabone (2), della terza e vecchia
Campania, di cui questa città antichissima sedea re-
gina (3), alle fonti del Sarno, e a piedi dell’Albino
monte , ci è fatta manifesta da Plinio con quelle
solenni parole (4) : Et hoc quoque certamen huma-
nae voluplalis lenuere Osci, Graeci, Umbri, Tusci, Cam-
pani; le quali convengono non solo alle due altre
Campanie, ma pur a questa Nocerina, ove Sarrasti,
Teleboi, Umbri ed altri, innanzi che fra loro si sovrap-
ponessero s’incrociassero, straziaronsi per guerre lun-
ghe e sanguinose. Ed io opino che da ciò appunto con-
venga partire, per dare una probabile dichiarazione de’
varii nomi dell'antica Nuceria Alfaterna.
In favor della quale mi permetto dire, per quanto
il corto spazio mi concede, che i Sarrasti furono for-
se i primi colonizzatori del tratto Nocerino, venendo
dal Peloponneso e dell’ Epiro, e i primi fondatori di
due città sul suo suolo, cioè Sarno quasi alla foce del
Sarno, ed Alfa terna, alterato dà Alfasarna a piedi
dell’Albino monte, ripetendo facilmente tal nome per
altre antiche ed originarie sedi (5). Infatti nelK Illiria
(1) Plin. Lib. ili. c. IX.
(2) V. pag. 2S1 Amstel. 4707. cf. Pellegrino su la Campania
Bis. I. p. 9 e seg.
(3) Polyb. Hist. IH. c. XC1: cf. Pellegr. Discor. IL p. 346 seg. ;
Steph. Byz. alla v. Novzspzvo/.
(4) Lib. III. c. IX.
(5) Serv. ad Yirgil- Aen. VII. v. 738 con l’autorità di Conone.
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