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Bullettino archeologico Napoletano — N.S.7.1858-1859

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Nr. 163 (Marzo 1859)
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https://doi.org/10.11588/diglit.12306#0107
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BALLETTINO archeologico napolitano.
NUOVA SERIE
7V.° 163. (13. dell’anno VII.) Marzo 1859.

Il mito di Erisitlone ed i Palici.

Il mito di Erisiltone ed i Palici.
Nell’ anno V de! presente Ballettino pubblicai un
importantissimo vaso di Nocera ( tav. V fig. 1 ), ove
credei di ravvisare il mito di Erisittone, che offende
la dea Cerere ( pag. 33 segg. ). Con quella occasione
esaminai alcuni monumenti precedentemente pubbli-
cati, e riferiti dal cav. Welcker al Siciliano mito dei
Palici : e mi parve di rilevare che quella opinione
fosse dal nuovo monumento nocerino dimostrala in-
sussistente ed inammessibile.
Questa mia pacifica e rispettosa discussione ha ec-
citato nell’animo del cav.Welcker una incredibile ira,
avendomi egli onorato di una polemica poco degna
della civiltà de’ tempi, in cui viviamo ( monum. an-
nali e Bull. dell’Istitut. di corr. arch. 1856 p. 91 ).
Sappia però il dotto uomo che io non temo gl’insulti
ma le ragioni nelle quislioni letterarie ; perchè gl’ in-
sulti abbassano 1’ altezza di chi li pronunzia , senza
nulla detrarre a quella qualunque siasi posizione scien-
tifica, in cui venne da lunghi lavori collocato chi li
patisce.
A sentire il cav. Welcker, egli ha che fare con un
avversario, che poco ha letto e studiato, mancante di occhi
e di senno. Poteva ben risparmiarsi la pena di una sì
lunga diceria contro un uomo di tal fatta, degno cer-
tamente del dispregio di un celebre scrittore. Ma sven-
turatamente la storia delle polemiche ci assicura che
sovente si surrogano gl’ insulti alle ragioni quando
queste mancano : e sebbene poteva credersi esente da
una tal debolezza il venerando filologo di Bonn , ho
avuto il dolore di scorgere che l’ira non ne lo ha li-
beralo.
ANNO VII.

Io non intendo d’imitarlo nella discussione che se-
gue. Tratterò la quistione in due distinte parli; nella
prima esaminerò le osservazioni proposte contro la
mia interpretazione; nella seconda discuterò se il dotto
scrittore abbia risposto alle obbiezioni contro la opi-
nione che alcuni monumenti attribuiva a’ Palici.
Mito di Erisiltone
1. Il critico dice che la testa non può esser Cere-
re, la quale nel carattere di ctonia al pari di Proser-
pina non trovasi rappresentata sorgente dalla terra, e
che come dea dell’agricoltura, quale vien qui supposta,
non poteva mai essere figurala a questo modo.
Rispondo colle dotte osservazioni del eh. archeo-
logo cav. Gerhard, il quale alla grande conoscenza
de’ monumenti accoppia la più solida erudizione.
« Ben sappiamo, che tanto la figurazione, quanto
« l’atlento aspetto di isolate teste o maschere ebbero
« luogo talvolta ne’ riti bacchici; siccome le singolari
« teste di Cerere,Cora e Dioniso comparivano nel tem-
« pio di Sicione (Paus. II, 11 , 3); e poi il bacchico
« demone Sileno-Aerato fu rappresentato da masche-
« ra in un tempio ateniese (Paus. 1,2,4), e siffatte ilia-
ci schere silenesche ci si mostrano come soggetto di
« cullo in più di un monumento figurato. Un tal modo
« di rappresentare le singole teste anche per qualche
« altra divinità sembra doversi riferire generalmente al
« vanto del capo sopra le altre membra per essere sede
« dell’intelligenza, conforme nell’italica mitologia ri-
« guardo a Giano padre od alla Minerva Capta, cioè
« Capita, si suppone ; ma il più delle volle colali teste,
« spettanti sopra tutto a Cerere, Proserpina o Dioniso,
« si spiegano meglio dalla attinenza de rappresentali
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