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NOTAZIONE QUADRATA DOPO IL 1300.

a) Francese.

N° 635. Tav. 119 Palat. 504, f. 146".1

Ff- 357 (6 bis); 370 x 267 mm., 2 coli., 11. 28, 10 r. di melodia. a6 |
A6 | B-K12 LM10 NO12 P13 | YZ a-h12a.

« Ordo missalis secundum consuetudinem romane curie », f. 1 2r [per
la descrizione, vedi Ehrensberger, loc. cit.], attribuito al sec. xiv da tutti,
eccetto Ehrensberger che lo dice del xv. L'inclusione di S. Anna nel
Calendario, ma senza ufficio nel Proprium Sanctorum, accennerebbe a
qualche tempo di poco posteriore al 1383; altre indicazioni di data, o sono
smarrite, o incerte; il « rex C. » (f. 3431) si può applicare tanto a Carlo V,
come a Carlo VI e VII di Francia (1364-1462), ma il «papa V.» nel
Te igitur del Canone, f. 1731', pare che possa esser soltanto Urbano VI
(1378-1389), ma la lettera iniziale del papa comparisce come G. nel
f. i4Óv e tre volte nel f. 3 3 5v, e può darsi che si riferisca al suo prede-
cessore, Gregorio XI (1370-1378); però le due note musicali pel nome
di costui nell'Exultet sono storicamente impossibili.

La pag. interamente miniata del f. 12V, parrebbe indicare che il mes-
sale fu ordinato da un vescovo e venne destinato probabilmente ad un
convento francescano (cf. f. 2 96v, nel margine della Colletta di tutti i Santi,
dov'è raffigurato un francescano), ma non è un messale pontificale. Il
Calendario è un composto di santi francescani e francesi, ma non v'è
indizio certo di provenienza francese, sebbene prevalgano santi di Senlis
e, più spiccatamente, di Orléans, 2 e la « dedicatio ecclesiae » al 18 Kal. lui.•
corrisponde a quella di S. Aignan d'Orléans (cf. ms. Regin. lat. 405). Io
non ho potuto verificare i due stemmi del f. 121, il primo dei quali ha
un pastorale senza mitra. Può darsi che il ms. sia stato ordinato da Fuldo
di Chanac, O. S. B. abbate di S. Luciano di Beauvais, che fu vescovo di
Orléans dal 1383 al 1394; ma la lettera iniziale del nome del vescovo
nel Te igitur è O. 3

Vi sono i canti pel prete all'altare, nonché quello dell' Exultet, parte
del quale si trova nel f. 146"" (tav. 119). Il rigo è di quattro 11. rosse,
ciascuna delle quali è alternativamente tirata sopra la lin. nera già pre-
parata pel testo ; le chiavi sono c ed F; la guida é una figura quadrata
con linea ascendente a sinistra e discendente a destra. Le note solitarie
sono scritte con poca regolarità ; di solito la semplice nota quadrata,
vir. Q 10, ha una breve coda, come l'ha pure il primo membro della fl.
Q 8, Q 9*, c. 1, r. 2, « destruendam > e Q 1 1, e il secondo del pes, il quale
è Q 17, ovvero, come nella c. 1, r. 5, « acceptus », Q 19, ma « serenus »
(c. 2, r. 3) mostra troppo lunga questa linea pel primo caso, Q 18, ed
« occasum > (ci, r. ult.) presenta una trascuranza simile pel secondo,
Q 21*. Il clim. e Q 24* prima nota, c. 1, r. 7, oppure Q 9. L'ult. nota
d'ogni melodia è allungata ed elaborata.

N° 636. Tav. 120 Ottob. 62, f. 52'.4

Ff. j+ 173; 383x273 mm., 11. 17; 5 righi di melodia. a1 A8 B7a
C4 D8 E7 FG8 H7 I-K8.

Questo ms. e i mss. Vatic. lat. 4766 e 4767 sono tre voi. di una serie
di messali (l'Ottob. 62 contiene le tre messe del Natale, ecc., quella di
S. Stefano e di S. Giov. Evang.) scritti per uso papale, giacché il Canone
della messa porta sempre « prò me indigno famulo tuo », invece della
solita supplicazione pel papa, e le rubriche si riferiscono al papa e al
« diaconus cardinalis », ecc. Il trovarvisi la sequenza Laetabundus, prova
che l'esemplare, donde fu tratta copia, non era Romano e la scrittura e
l'ornamentazione sono indubitatamente francesi. L'incontrare passim nei tre
voli, l'arme di Nicolò V (1447-1455) e del Cardinale Petrus de Fuxo
(De Foix), 141 7-1464, ha mosso alcuni scrittori (Ebner e Ehrensberger,
loc. cit.) ad assegnare la copia di questi messali, al tempo di coloro; ma
le armi del Cardinale si trovano su fogli separati al principio del codice,
che non fanno parte del ms. originale, e quelle del papa sono in ogni caso
aggiunte di seconda mano, alquanto al disopra delle parti estreme del
fogliame delle miniature. 5 Esaminando il f. iv del ms. Vatic. 4766, si tro-
vano tracce dell'arma papale primitiva, cioè quella dell'antipapa Cle-
mente V (1378-1394); e il rinvenire alcune miniature non finite suggerisce
che alcuni, volumi alla morte di costui, non erano ancora terminati. Proba-
bilmente il Card. De Foix trovò i voi. ad Avignone, dov'egli era governa-
tore, e li donò al papa Niccolò V; le armi aggiunte son lavoro di un
italiano.

La notazione accompagna i Prefazi, ecc., sopra un rigo di quattro
11. rosse con chiavi, c (quadrato) o F, formato come nella tav., ovvero coi
due membri a destra più quadrati; nei fi. 42v, 58v si incontra una forma
di b molle quadrato; spesso si trovano delle sbarre dopo le note alla fine
di ciascuna parola.

La tav. 120, che dà il «Per omnia secula seculorum » e il principio
del « Pater noster » del Canone, non ci mostra tutte le note usate dal
copista, il quale non è costante nella sua maniera ; cosi il pun. quadro,
Q 2 e Q6* apparisce alle volte come se fosse avvallato, cf. r. ult., prima
sili, di « celis », particolarità un po' visibile anche nella vir., r. 3, terza sili,
di « moniti ». Questo proviene da ciò che il copista, prima e dopo alcuni
dei suoi punti quadri, traccia una piccola lineetta, la quale in alcuni luoghi
va al disopra o al disotto della nota quadrata ; quindi abbiamo le vir.
Q 7* (r. 1, prima sili, di « secula ») e O 10 e il pes, Q 14, due note scon-
nesse. La nota finale allungata si vede al termine dell'ult. rigo.

Vi si trova anche il pes, Q 15 e Q 18 ; la fl. Q 1 ; la fl. resup. Q 9 ; il
clim. Q 11 ovvero Q 24*; lo scan. Q 18; una volta, f. 58v, si ha un pun. liq.

1 Stevenson, p. 168; Ebner, p.251; Ehrensberger, p. 462; Beissel, p 294.

2 Due feste di S. Anianus, due di S. Avitus; Maximinus abbas.

3 Intorno a questo tempo vi furono almeno quattro vescovi in diocesi francesi, ai
quali la lettera O. potrebbe applicarsi : Oliverius di Viviers e Chàlons sur Saone, Odo di
Leictoure, Odo di Lescar e Otgerius di Oleron.

4 Ehrensberger, p. 500.

5 Nel ms. Vatic. 4766, f. 53r, la fine dei fiorami distinti venne erasa per dar luogo alla
nuov'arma, che però non fu inserita.

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