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ADDENDA IL

Pag. io, N° 23. Palat. 220.

La riproduzione fototipica del f. 33r, con neumi di seconda mano, si trova
in Specimina Codicum latinorum Vaticanorum, Bonnae, 1912, N° 22.

Pag. 12, n. 1. Palat. 909.

L'ultimo cenno a questo codice si trova in: Amedeo Crivellucci, Landulfi
Sagacis Historia Romana, Istituto storico italiano, Fonti per la storia d'Italia,
N° 49, Roma, 1912.

Pag. 14, N° 39. Palat. 1448.

La fototipia del f. 2r, sta in Specimina Codiami latinorum Vaticanorum, N° 29.

Pag. 28, N° 105. Palat. 502.

Col. 1 (a), dopo « interrogazione », aggiungi « nelle lezioni » e dopo « libro »,
« ma non nelle Passiones, dove il suo uso potrebbe essere frainteso ».

Pag. 30, N° 109. Regin. 95.

La fototipia del f. 214v si trova in Specimina Cod. kit. Vatic, N° 30.

Pag. 32, N° 113. Vatic. 474.

Un esame di questo codice fatto recentemente insieme col Prof. Rand di
Harvard mi ha mostrato che le lettere originali sono : f. T PE (?), f. 7V TRI, f. 8V
R A, f. 9r RI ; quel che è sul f. 9V è incertissimo ; ma si va d'accordo nel leggere
il tutto « PETRI FERRARIENSIS ». Egli inclinerebbe ad assegnare il codice alla
prima metà o, più precisamente, al secondo quarto del sec. nono.

Il nome scritto a piè del foglio è « Raganfridus diaconus indignus [servus?] ».

Pag. 52, n. 6. Mus. Britann. add. ms. 30845.

Per la notazione musicale visigotica del ms. Toledo 35,7 (sec. ix/x) e del
ms. Reale Compostella (A. D. 1055), vedi Monumenta Ecclesiae Liturgica, voi. VI
{Le Liber Mosarabicus Sacrarnentorum), Paris, 1912; Tavv. VI, VII.

Pag. 82, N° 236. Regin. 208.

Le parole « Ut belli sonuere, ecc. », si trovano con neumi nel codice del
sec. xi, Cambridge University ms. Gg, V. 35.

Pag. 92, N° 262. Vatic. 7172.

Una comparazione della scrittura dei colori e dei disegni usati nel mano-
scritto Vatic. 1339, evidentemente scritto per Narni, porta a concludere che
ambedue i mss. 7172 e 1339 furono copiati verso lo stesso tempo per Narni; ma
non vi è argomento per provare se lo scriptorium fosse a Roma o a Narni.

Pag. 104, N° 279, n. 1. Vatic. 8552.

Il testo è stato pubblicato dallo Young « A new text of the Officium Stellae »,
Modem Language Notes, Baltimore, March 1912.

Pag. 142, N° 429 b. Barber. 530.

La fototipia di una pagina si trova in P. M., II. 38. .

Pag. 193, n. 2. Ottob. 576.

Può darsi che si rappresenti il sim (= simul) di alcuni codici sangallesi; ma,
disgraziatamente, qui è usato non soltanto per le parole dei giudei e dei soldati,

ma per quelle di una persona sola. Altra spiegazione potrebb'essere che si sia
st' scritto male, cioè slatini = celere.

Pag. 194, N° 942. Vatic. 10644, f- 24v-

La lettera m è usata per le parole: « Domine memento mihi ».

Pag. 198, N' 1008-10. Barber. 307.

Secondo il Coussemaker, Script. Ili, xxv, « Theodoricus de Campo... Nos latet
patria Fratris Theodorici... eum ex Galliae (!) ortum fuisse indicare videtur ». Ma
il Coussemaker ha veduto soltanto la copia di questo ms. nel Lyceo Musicale di
Bologna; l'originale ascrive il trattato a « Theodonus di caprio ».

N° 1051 (dopo 99). Regin. 199, f. 55r.

La prima parte, ff. 1-64, contiene una copia (sec. xn) delle Sentenze di S. Isi-
doro (cf. Arevalo, P. L., LXXXI, 825) fatta, può darsi, a Franckenthal. La scrittura
somiglia quella di questo scrittorio e si trova capovolta nel margine inferiore del
f. 2V accenno ad un canonico di Worm.... (Vormazia).

Nel margine superiore del f. 55'' è inserito da mano del sec. xm il R. « Qui
sunt hi qui ut nubes... fenestras suas » con neumi tedeschi molto diritti ; la me-
lodia si differenzia, per alcuni rispetti, da quella che è data nella P. M., V, 510.

N° 1052 (dopo 108). Ottob. 313, ff. uar-ii4r. 1

Sacramentario, con gli incipit delle parti cantabili aggiunti in margine, prece-
duto dai sei ultimi fogli di un Martirologio. Questo Martirologio fu scritto, per
quel che pare, dopo l'835 giacché contiene la festa d'Ognissanti, ma se fosse vera
la congettura (vedi più giù) che il codice fu scritto a Tours, siffatta conclusione
non sarebbe necessaria, poiché quella festa era nota e molto cara ad Alcuino;
v'è nondimeno un dubbio sul quando le due parti vennero legate insieme; la
seconda parte, come nel maggior numero di sacramentarii, comincia: « In nomine
domini incipit ecc. », in lettere molto grandi, e sembra proprio il principio di un
ms. Che ambedue le parti erano in uso a Parigi fra 1* 831 e 1*857, è manifesto
dìxll'obitus dell'Imperatore Lotario (f 855) che si trova aggiunto in tutte e due,
ff. 2V, lllr, e dall'inserzione, passim nel Sacramentario, dei nomi di canonici, ecc.,
di Parigi, 2 tra i quali quello del Vescovo Ercandrus (f 857) che comparisce tra i
vivi, f. Ili", mentre il suo predecessore, Inchadus (f 831), è tra i morti, f. 112r.

La data precisa è incerta; quasi tutti son d'accordo nel fissarla al princi-
pio del sec. ix; Ebner, seguendo Delisle, a p. 231, lo ascrive al sec. ix 2/2, ma a
p. 283 corregge quella data con ix '/«• Secondo il Prof. Rand dell'Università di
Harvard, che si è dedicato in modo speciale allo studio della scrittura di Tours,
se lo scriptorium fosse Tours, il codice è dei primi anni del sec. ix. Se questo è
vero, il ms. è importante, perchè è il più antico che contenga il Prefazio « Huc
usque » attribuito ad Alcuino fin dal tempo del Microl. de eccles. observ., c. 60,
ed ora universalmente ritenuto come composto fra l'801 e T804.3

Due inserzioni di prima mano potrebbero far credere che il codice fosse
stato scritto per Parigi, o pei suoi dintorni: (1) nel f. llv il Libera del Canone
ìnchiude S.Dionigi e compagni martiri, e S. Clodoaldo confessore; (2) nel f. 54v,
S. Regolo, patrono di Senlis, comparisce al 23 Aprile, come pure S. Giorgio ; ma
C. e R. occorrono nei sacramentari del sec. ix scritti altrove e può darsi che pro-
vengano dall'esemplare originale di Alcuino.

UExultet, ff. 112r-114, è, salvo due eccezioni, l'unico luogo dove si trova
una notazione musicale, sebbene possa darsi che nessuno sia di mano dello scriba

1 Bethmann, pp. 360 ; Delisle, Mémoires, ecc., pp. 149, 372-388 ; Ebner, pp. 231 (con facsi-
mile del f. 9r), 383, 455 ; Ehrensberger, p. 393.

2 Stampati per esteso in Delisle, /. e, ma senza alcun cenno sulle diverse mani che
fecero quelle inserzioni.

3 Htstorisches Jahrbuch, XIV. 253 sgg. ; D. Germano Morin in Revue Bénédictine,
XXIX (Luglio, 1912), p. 345.
 
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