96 - L' ECCE HOMO (1565 c.).
Un torso d'uomo nudo, tarchiato e muscoloso, da lottatore erculeo,
forse perchè più acuta ne fosse la rancura del vederlo tormentato
e vinto, ha dato Tiziano al suo Ecce Homo, dipinto su lavagna,
ora al Prado, che si crede sia quello stesso portato da lui in dono
nel 1548 a Carlo V ad Augusta e tenuto tanto caro dall' Imperatore
da volerlo seco anche nell' ultimo rifugio. Quando, decrepito, ripete
anche questa, insieme con le altre creazioni della sua più gagliarda ma-
turità, il Maestro, ad esempio in un quadro pure del Prado a Madrid
con Pilato e soldati, che pare già fosse nella sacrestia dell'Escu-
riale, non solo mantiene al torso nudo del Cristo quella carnale
potenza, ma la rende ancora più brutale nel suo colorire disfatto,
tutto a grumi e a colpi tremendi. Per quanto già il Cavalcaselle lo
descrivesse, (II, 424) come di Tiziano, questo secondo Ecce Homo,
venne detto, nè si sa come sia stato possibile, di Leandro Bassano
e solo da poco è stato rimesso in onore. Della composizione il Maestro
deve aver fatte parecchie repliche e varianti, come questa, che, per
quanto in parte inasprita dalle ripuliture, è esempio sorprendente di
quel dipingere della fonda vecchiezza di Tiziano, quasi in un' atmo-
sfera di bitume ardente, che manda tutto intorno ceneri e faville.
Tela: a. 1.10, 1. 0.93.
Proprietà dott. R. Heinemann e A. Loewi.
— 195 —
Un torso d'uomo nudo, tarchiato e muscoloso, da lottatore erculeo,
forse perchè più acuta ne fosse la rancura del vederlo tormentato
e vinto, ha dato Tiziano al suo Ecce Homo, dipinto su lavagna,
ora al Prado, che si crede sia quello stesso portato da lui in dono
nel 1548 a Carlo V ad Augusta e tenuto tanto caro dall' Imperatore
da volerlo seco anche nell' ultimo rifugio. Quando, decrepito, ripete
anche questa, insieme con le altre creazioni della sua più gagliarda ma-
turità, il Maestro, ad esempio in un quadro pure del Prado a Madrid
con Pilato e soldati, che pare già fosse nella sacrestia dell'Escu-
riale, non solo mantiene al torso nudo del Cristo quella carnale
potenza, ma la rende ancora più brutale nel suo colorire disfatto,
tutto a grumi e a colpi tremendi. Per quanto già il Cavalcaselle lo
descrivesse, (II, 424) come di Tiziano, questo secondo Ecce Homo,
venne detto, nè si sa come sia stato possibile, di Leandro Bassano
e solo da poco è stato rimesso in onore. Della composizione il Maestro
deve aver fatte parecchie repliche e varianti, come questa, che, per
quanto in parte inasprita dalle ripuliture, è esempio sorprendente di
quel dipingere della fonda vecchiezza di Tiziano, quasi in un' atmo-
sfera di bitume ardente, che manda tutto intorno ceneri e faville.
Tela: a. 1.10, 1. 0.93.
Proprietà dott. R. Heinemann e A. Loewi.
— 195 —