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ad impedirlo nel lavoro di sua professione, perchè
tutta la metà del corpo della destra parte rimase
mortificata, ed il braccio destro principalmente im-
pedito a più lavorare. Questo colpo di Dio umiliò
Wesin ^ensì n corpo di Battista, ma non già l’animo; li
orili rimedj furono presti e valorosi per non solo da quel
colpo rimetterlo, ma per impedire la replica, la
quale sovente secondo le mediche osservazioni suol
accadere, ed essere accompagnata dalla morte.
Anton Musa Brasavola , oracolo della medicina in
quel tempo, fu prestamente chiamato e valsero i
medicamenti e preservativi ordinati a tenerlo lun-
àt li gamente in vita benché impotente. Sul timore della
Hhè replica dell’ accidente fu consigliato a disporre di
se stesso e di tutte le sue facoltà, le quali non e-
rano poche, stante che molto aveva guadagnalo
. : colla sua virtù senza occasione di spendere il de-
naro acquistato, mentre il fra tei maggiore, che gli
: fu sempre amoroso, sempre lo mantenne del proprio,
volle mai conto di ciò, che avesse 1’ altro gua-
dagnato : oltre di che dall’essere uomini di Corte
«e proveniva a loro il piatto e l’abitazione. Fu ac-
cordato perciò ch’egli facesse testamento, come fe-
irce il primo di decembre nella sua abitazione eh’ era
"■piassi- nella strada della Colombaia. 11 notaio fu Cesare
Bellaia e i testimonj tre frati Domenicani, fra li
quali fu Michele da Ferrara inquisitore, Ercole Trot-
ti’ il conte Giulio Estense Tassoni, Gio. Maria di
Bernardo Fiorini, ed Andrea Rosso bottegaio. Que-
sl° testamento io l’ho letto originale nei protocolli
Cesare Bellaia li quali con altri di molti notai
si conservano da Domenico Baruffaldi mio fratello,
presidente in oggi del collegio de’ notai di Ferrara.
ad impedirlo nel lavoro di sua professione, perchè
tutta la metà del corpo della destra parte rimase
mortificata, ed il braccio destro principalmente im-
pedito a più lavorare. Questo colpo di Dio umiliò
Wesin ^ensì n corpo di Battista, ma non già l’animo; li
orili rimedj furono presti e valorosi per non solo da quel
colpo rimetterlo, ma per impedire la replica, la
quale sovente secondo le mediche osservazioni suol
accadere, ed essere accompagnata dalla morte.
Anton Musa Brasavola , oracolo della medicina in
quel tempo, fu prestamente chiamato e valsero i
medicamenti e preservativi ordinati a tenerlo lun-
àt li gamente in vita benché impotente. Sul timore della
Hhè replica dell’ accidente fu consigliato a disporre di
se stesso e di tutte le sue facoltà, le quali non e-
rano poche, stante che molto aveva guadagnalo
. : colla sua virtù senza occasione di spendere il de-
naro acquistato, mentre il fra tei maggiore, che gli
: fu sempre amoroso, sempre lo mantenne del proprio,
volle mai conto di ciò, che avesse 1’ altro gua-
dagnato : oltre di che dall’essere uomini di Corte
«e proveniva a loro il piatto e l’abitazione. Fu ac-
cordato perciò ch’egli facesse testamento, come fe-
irce il primo di decembre nella sua abitazione eh’ era
"■piassi- nella strada della Colombaia. 11 notaio fu Cesare
Bellaia e i testimonj tre frati Domenicani, fra li
quali fu Michele da Ferrara inquisitore, Ercole Trot-
ti’ il conte Giulio Estense Tassoni, Gio. Maria di
Bernardo Fiorini, ed Andrea Rosso bottegaio. Que-
sl° testamento io l’ho letto originale nei protocolli
Cesare Bellaia li quali con altri di molti notai
si conservano da Domenico Baruffaldi mio fratello,
presidente in oggi del collegio de’ notai di Ferrara.