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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 42.1915

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Marchetti, Maria: Un manoscritto inedito riguardante la topografia di Roma, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.14884#0113

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riguardante la topografia di Roma

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è fondato su questa denominazione, già da Pomponio Leto attri-
buita alla medesima località {Studi e docum. di storia e di-
ritto, loc. cit.) ; essa, anziché derivare, come vorrebbe il Fulvio
(f. 84'), dai busta Gallica, fu causa dell'arbitraria localizza-
zione di questi. Il Fulvio menziona anche una torre ed un'altra
chiesa dedicata a S. Maria, situate, al pari di S. Andrea, negli
orti di S. Maria nova tra il Colosseo e l'Esqnilino. e denomi-
nate anch'esse ■ in Portogallo ». Nel 1588 la chiesa di S. Maria
era da molto tempo distrutta, e la torre, detta anche torre della
Contessa, correva liscino di essere demolita per l'apertura di una
via tra il Campidoglio ed il Laterano (Ferrucci, Fulvio, Anticìi.
loc. cit ); la chiesetta di S. Andrea invece sopravvisse lino ai
primi anni del sec. XVIII. quando fu sostituita dall'altra di
S. Maria ad nives. Gli scavi eseguiti fin dal secolo XVI in
questa località, già occupata dalla basilica di Massenzio, die-
dero iscrizioni e sculture in gran copia (ved. Lanciani, Storia
degli scavi, I. pag. 141; II, pag. 209 sgg. ; III. pag. 183).

86. — A Salus erano dedicati: un saceilum sul Palatino,
al quale probabilmente doveva il suo nome il vicus sa/utaris
della regione X {CI. L.. VI, 975). ed il tempio nel Quirinale,
ornato delle pitture di C. Fabio Pittore (Val. Max., Vili, 14, 6.
Plin., n. h. XXXV, 19) ed arso sotto Claudio (Plin., loc. cit.).
A quest'ultimo allude il Marliano. perchè ne ricorda la dedica-
zione fatta nel 3()2 dal vincitore dei Sanniti C. Juuius Bubul-
cus, da lui erroneamente chiamato Bibaculus (Liv., IX, 43, 25.
X, 1, 9): che egli ne ignorasse la vera ubicazione, non reca me-
raviglia perchè essa non è indicata dalle fonti letterarie ma sol-
tanto dai caleudarii {Fast. Vali., 5 ag. : cfr. Amit. Aut. Men. rust.,
C. I. L.. I8, pp. 240; 244; 248; 281); restano soltanto oscure
le ragioni che indussero ad includerlo tra i monumenti adia-
centi al Foro.

87. — Il teatro di Marcello, lino dal sec. XI, fu proprietà
dei Pierleoni che lo ridussero in fortezza; nel secolo XIV passò,
per acquisto, ai Savelli: ciò non ostante, un documento del 1425,
relativo al ripristinamento dell'ufficio dei magistri viarum,
informa come in quel tempo il monumento fosse divenuto sede
preferita dei macellarii (Lanciani. St. degli scavi, I. pag. 47).
Al teatro di Marcello come dimora dei Savelli, accennano Pom-
ponio Leto (Studi e docum. di storia e diritto, pag. 59), e
più dill'usameute l'Albertini (Hirab. f. 88', Schmarsow) il quale
dice che sotto la casa del card. Savelli » est Iheatrum Marcelli
Dorico Jonicoque more pulcherrime conslruclum ». Nel 1519,
costruendosi dagli stessi Savelli una casa sull'area di una parte
del teatro stesso, vennero in luce avanzi di una certa impor-
tanza per la determinazione della pianta di esso (cfr. Lanciani,
op. cit., pag. 194).
 
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