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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Wilpert, Joseph: Le sculture del fregio dell' arco Trifonale di Costantino
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0021

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dell'arco trionfale di Costantino

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essendo avvenuta a Trevcri, non si può chiamare un trionfo nel
senso proprio della parola, possibile soltanto a Roma.

Vedendo poi che gli artisti, quantunque rozzi, hanno scrupolo-
samente osservato le regole d'arte, vestendo i loro personaggi colle
dovute vesti e dando loro i gesti e gli atteggiamenti corrispondenti
al momento voluto rappresentare, anche l'interprete delle loro
opere deve attenersi alle norme imposte dalla ermeneutica; egli
deve anzitutto guardarsi dal tacciarli di « arbitrio » o di « igno-
ranza » ; altrimenti c'è il pericolo di commettere, per dir poco,
un atto d'ingiustizia. Il pericolo è anche maggiore inquantochè
non esistono più i colori che abbellivano le sculture e nello stesso
tempo rendevano più intelligibili le composizioni, specialmente,
a causa del contributo arrecato dal vestiario. È inoltre noto che
il senato, autore dell'arco, era in massima parte pagano. Cosi
si spiega perchè non si ebbe nessun riguardo ai sentimenti reli-
giosi di Costantino che in quel tempo si era già convertito al cri-
stianesimo: fra le sculture prese da monumenti più antichi per
ornare l'arco, se ne trovano quattro con sacrifizi a Marte, Ercole,
Silvano e Diana. Finalmente la famosa frase inslinctu divini-
tatis non ha niente di cristiano ; essa è tolta dalla terminologia
di culti idolatrici, come fin dall'anno 1863 ha luminosamente pro-
vato il nostro maestro G. B. de Rossi E Jules Maurice, così
competente in tutto ciò che riguarda Costantino, eccettuato il
•suo errore sulla forma del labaro, scrive a proposito (2): « L'em-
pereur était demeuré pour l'aristocratie paienne, po.ur les orateurs
officiels et pour l'administration impériale, une divinité présente,
Numeri (3). Il était seul en relations avec le dieu supreme du Kéo-
platonisme (summa divinitas), lequel confiait à des dieux moin-
dres (dii minores) le soin des simples mortels (4). C'est pourquoi

f1) Bullett. crist. 1863, pp. 57-00.

(2) Niimismatiqite constantinienne, Paris, 1911, 11. p. CXIV.
(») Paneg. XII, 5 : Teubn. 293.
(*) Paneg. XII, 2 : 291.

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