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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Wilpert, Joseph: Le sculture del fregio dell' arco Trifonale di Costantino
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0040

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•36

Le sculture del fregio

chia, come se fossero presi dal costume d'un Indiano selvaggio.
Non meno strano è l'involucro del braccio che sul davanti è co-
perto fino al gomito da una stretta manica con pieghe in forma di
mantice ; l'altra metà sta in una fodera composta dai pendagli
a tre grandezze e terminati verso la spalla da una serie di quattro
tondi. Uno stile invaso' da tale schematismo è possibile soltanto
nel medio evo. A quest'epoca accennano anche le spade che sem-
brano uscite da qualche tomba barbarica. Chi volesse dunque
classificare i. nostri rilievi, dovrebbe loro assegnare, nella bella
serie dei ritratti imperiali pubblicati dal Delbruck, un posto dopo
il Rinotmeto, che offre ancora un po' più d'arte e di naturalezza.
Finalmente le quattro teste, due barbate e due senza barba,
fanno piuttosto l'impressione d'una cosa convenzionale che non
di veri ritratti. Ad ogni modo le teste giovanili non convengono
a nessuno dei tetràrchi, perchè questi erano tutti barbati.

Per.levare ogni dubbio, riproduciamo, a fìgg. 1-4 i rilievi se-
condo le stupende fotografie che Riccardo Delbruck fece eseguire
da Anderson per l'Istituto Germanico. ■

IL « Trionfo » Ai Costantino su Ascarico e Ragaiso.

Il rilievo del fianco sud (1) è artisticamente il migliore, ma
d'una conservazione pessima; quasi ogni figura è più o meno
danneggiata. Gli interpreti sono d'accordo nel vedervi un corteo
trionfale ; la divergenza comincia solamente quando si vuol pre-
cisare il trionfo.

Precedono, sulla faccia di levante, un cavaliere e un soldato
di fanteria, vestiti ed armati come la retroguardia della spedi-
zione asiatica. Seguono, guidati da .uri centurione, dieci fanti,
un corpo di cavalleria con due draconarii e un centurione, poi due
prigionieri iorquati a capo scoperto, in lunga tunica e caracalla (2).-

f1) Tavv. I-II, B.

(2) Specie di lacerna manicata che si portava sopra tutto in Gallia.
 
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