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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Wilpert, Joseph: Le sculture del fregio dell' arco Trifonale di Costantino
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0048

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Le sculture del fregio

•era stata lavorata separatamente e forse con gran cura, trattan-
dosi d'uno dei momenti più solenni della vita di Costantino. Da
una parte stava la Vittoria colla corona nella destra alzata in atto
di metterla sul capo del vincitore; ne rimane solamente l'attacco
all'orlo superiore della scultura. Dalla parte opposta accorre
a grandi passi la dea Roma per assistere allo spettacolo che sta
compiendosi nei flutti del Tevere, sotto ai piedi della figura di-
strutta di Costantino. Ivi un Massenziano; fino alle spalle nell'ac-
qua, s'attacca disperatamente alla gamba sinistra del Tevere;
ma questo non ne vuol saper nulla : gli volta le spalle e guarda
in alto verso Costantino Il Massenziano, non v'ha dubbio,
è Massenzio stesso, negli ultimi momenti della sua vita, lottante
colle onde.

Certo, l'artista non si sarebbe potuto esprimere meglio per
mostrarci con due colpi del suo rude scalpello la misera fine di
Massenzio ! Questi, disperando della vittoria, si dette alla fuga,
ma nella terribile ressa sul ponte Milvio precipitò col cavallo nel
Tevere e fu inghiottito dalle onde. Ecco come il panegirista de-
scrive la morte di Massenzio (2): « Cum impios Tiberis hausisset,
ipsum etiam illuni cum equo et armis insignibus frustra conatum
per abrupta ripae ulterioris evadere, idem Tiberis correptum
gurgite devoravit, ne tam deforme prò digiuni vel hanc obitus
sui.relinqueret famam quod alicuius viri fortis gladio telove ce-
cidissèt. Et aliorum quidem hostium corpora et arma praeceps
fluvius volvendo devexit, illuni autem eodem quo exstinxerat
loco tenuit, ne diu populus Romanus dubitaret, si putaretur
aliquo profugisse cuius mortis probatio quaereretur ». Del ponte
Milvio parla anche Lattanzio, rilevandone di più il particolare
■che era intercetto: « Maxentius... in fugam versus properat ad

(x) Una allocuzione diretta al « sanctus Thyberis » nel panegyr. XII,
18, 1, (303 seg).

(2) Panegyr. XII, 17; 303.
 
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