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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Campanile, Tina: Un cippo funebre ed alcune teste del periodo romano
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0074

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70 Un cippo funebre ed alcune leste del periodo romano

forme, grava sul capo come una calotta sferica (1), ci richiama
subito alla mente la nota testa del palazzo dei Conservatori,
e con questa come con quelle del Laterano, del Louvre, del ca-
stello Sforzesco a Milano (2), vi è anche affinità stilistica. Sembra
che si faccia uno studio per cercare di costringere i lineamenti
in uno schema prestabilito generico, che conferisca una certa
solennità. L'acconciatura tocca quasi la parte esteriore delle so-
pracciglia e lascia scoperti appena i lobi delle orecchie.

E con il supposto Magno Decenzio del Museo Capitolino (3),
con il colosso di Barletta (4), con le su mentovate teste femminili,
con il cosiddetto « Carmagnola » (5) sulla balaustra di S. Marco
a Venezia all'angolo sulla piazzetta, la dama del Museo di Firenze
trova il suo giusto posto : fra gli ultimi anni del IV e il V secolo
d. Cr. (6), quando l'arte iconica, che più a lungo sopravvisse al

(*) Parimenti nelle teste maschili della stessa epoca i capelli, schema-
ticamente scolpiti, coprono il capo come una cuffia aderente. Gir. A. Hekler,
Greek and roman portraits, 1912, tavv. 305 b, 307. 308 ; il colosso di Bar-
letta ecc. Confrontare anche, per un copricapo a calotta, il clipeo del console
Ardaburio Aspar che si trova riprodotto in quasi tutti i manuali di storia
dell'arte.

Non meno numerosi sono i riscontri per le toste femminili dall'accon-
ciatura tondeggiante che copre fin le orecchie ; cfr. Hekler, op. cit., tav. 309
e le illustrazioni dell'articolo di R. Delbriick, Portraets byzantinischer Kaiser-
innen in Roem. Mitteiì., 28, 1913, pp. 310-352.

(2) Per le illustrazioni e la bibliografia di queste teste cfr. Delbrueck,
art. cit. Al Delbrueck spetta il merito di aver preso in speciale considerazione
■questi ritratti; ma le denominazioni che ne dà, quantunque corredate da eru-
ditissimi riscontri, non convincono.

(3) Hekler. op. cit.. tav. 308 a.

(*) Bernoulli, op'..cit, II, 2, tav. 50.

(*) R. Delbrueck. Carmagnola, Portràt eines byzatitinisc. Kaisers, in
Roem. Mittcil, 29, 1914.

(') Dei singoli ritratti citati si deve certamente fare una graduale valu-
tazione : ma ascrivendo la testa del Museo capitolino, il Magno Decenzio (?),
alla seconda metà del V secolo (Ducati, op. cit., p. 887, fig. 831), e quella
del Carmagnola al principio dell'Vili (Delbrueck, art. cit.), fra queste due
intercederebbero circa due secoli e mezzo, ciò che stilisticamente non è am-
missibile. Il Conway (in Burlington Magazine, XXII, 1912. voi. 3", p. 147
■Segg.) crede che la testa di porfido di S. Marco in Venezia raffiguri Costantino.
 
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