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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Bendinelli, Goffredo: Il mausoleo sotterraneo altrimenti detto basilica di Porta Maggiore
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0106

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Il mausoleo sotterraneo

assolutamente nulla di preciso e concreto si conosca di sètte e
di culti neopitagorici in Roma (x) ; inoltre, come di una'divinità,
che per il suo naturai culto richiedesse l'oscurità ed il segreto
assoluti, non sia traccia alcuna effettiva durante il primo se-
colo dell'impero ; e infine come la decorazione figurata, si presti
poco- di buon grado a una simile interpretazione.(2). A tale-
procedimento negativo si preferisce qui, come più efficace, il pro-
cedimento positivo, intendendosi non già dimostrare ciò che-
li monumento non è, ma che cosa effettivamente esso sia. Anche ■
a tale riguardo, poiché a tutta prima non sembra che dalla pianta
si possa trarre alcuno speciale chiarimento, occorre anche qui
rifarsi dalla decorazione, questa non potendo a meno di essere-
in qualche modo connessa con la natura dell'edificio. Veramente, :
quanti hanno finora trattato l'argomento non hanno creduto di
poter trarre alcun lume dal complesso della decorazione, giacché,
per esprimermi con parole altrui, di tanti quadretti diversi di
forme e1 di proporzioni, anche tra quelli giustapposti sarebbe
difficile trovare una qualsiasi continuità o . conclusione ; trat-
tandosi di cose tra cui non sembra possibile cogliere un nesso (3).

Nell'esame della decorazione occorre anzitutto orizzontarsi
per mezzo di divisioni e classificazioni. Or noi distinguiamo le
seguenti principali categorie di soggetti:
a) scene e figure mitologiche ;

i) scene, figure e oggetti di contenuto religioso e simbolico ;.
e) soggetti di genere.

(1) La scarse fonti citate eia F. Cumont in proposito (art. cit., p. 44)
non sembrano destinate a fare molta luce sull'argomento. Altrettanto dicasi
dei culti e misteri orfici di Leopold.

(2) Così la grande composizione figurata del catino dell'abside—la
quale appunto per non essere stata bene interpretata dal Cumont in tutti i
particolari, offre a questo le basi della sua teoria — perde, con la precisa
identificazione del mito di Saffo (Curtis, art. cit.), ogni appiglio quasi a dot-
trine e culti misteriosi. Per l'interpretazione della scena dell'abside il Leo-
pold (art. cit., p. 181) si rifa, senza alcun bisogno, dalla descrizione ine-
satta di Cumont.

(3) Bullett. Coni., 1918, p. 82.
 
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