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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Bendinelli, Goffredo: Il mausoleo sotterraneo altrimenti detto basilica di Porta Maggiore
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0117

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altrimenti detto basilica di Porta Maggiore

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decorazione così eccezionalmente vasta e complessa quale quella
dell'ipogeo anonimo di Porta Maggiore, e volendo ammettere che
una tale libertà siasi esplicata anche ail'infuori del carattere
•e della destinazione del monumento, si dovrà tuttavia riconoscere
che tale decorazione risponde a un chiaro e costante criterio in-
formativo, il quale si riassume nello sforzo di sottolineare la
destinazione funebre del luogo. Scene di ratto, scene dionisiache,
scene marine, figure mitologiche isolate come Attis, maschere di
Medusa e di Giove Aminone, quadretti di genere come soggetti
nilotici o cerimonie di nozze, scene mitologiche varie, motivi ar-
chitettonici, tutto ci riconduce, con un'insistenza sempre più pres-
sante, nello stesso ordine d'idee, e cioè che l'ipogeo ha de-
stinazione funebre e che la ricchissima decora-
zione simbolica, nel suo complesso, ne è la più
.chiara testimonianza, poiché l'idea fondaamentale che
l'ispira è quella della separazione dell'anima dal corpo. Cade
così ogni ingiustificata prevenzione di inorganicità e irrazionalità
degli elementi decorativi : circostanze, queste, le quali costitui-
rebbero un serio ostacolo anche per l'asserito esclusivo carattere
religioso del monumento (1).

Può.anzi essere interessante a questo proposito ricordare per
un confronto la statistica dei soggetti dipinti compilata dal Sam-
ter, riguardo al Colombario di Villa Pamphyli (2):

rappresentazioni mitologiche 7 frutta e animali 56
rappresentazioni di Pigmei 6 paesaggi 35
stagni 11 rappresentazioni varie 11

Sono in totale 126 soggetti disparati e privi, come ognun
vede, di qualsiasi apparente coesione l'uno con l'altro.

(!) Lo stesso Leopold, il quale in art. cit., p. 177. parla di sistema logico
nella disposizione (soltanto?) della decorazione, rimane poi perplesso nel giu-
stificare la varietà delle scene mitologiche e ricorre all'ipotesi di un testo di
misteri religiosi, per noi naturalmente perduto, al quale l'artista avrebbe cer
cato di dare una illustrazione figurata (ivi, p. 183 seg.).

(2) Art. cit., pag. 136.

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