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Il mausoleo sotterraneo
le tracce rimaste di pilastrini già appoggiati alla fronte principale
dei grandi pilastri delle vòlte,' in corrispondenza degli incassi
■suddetti. La presenza e le dimensioni di piccoli plinti, alti
m. 0.85, sormontati da cornice, è dunque documentata ; solo la
destinazione resta incerta. Ma altrettanto innegabile, a mio pa-
rere, è la originaria presenza di plinti simili negli intervalli fra i
pilastri. Incerta naturalmente l'altezza, ma possibile a determi-
narsi approssimativamente quando si considerino le dimensioni
delle basi. Tali plinti marmorei, collocati fra i pi-
lastri delle vòlte, in numero di sei in tutto, non
poterono ad altro servire se non a sostenere
urne o vasi, pur essi di marmo o d'altra più
preziosa materia, contenenti le ceneri dei de-,
funti. I plinti minori, poi, appoggiati ai pilastri delle vòlte,
poterono servire come mensole per deporvi, se non vasi cine-
rari, parte della suppellettile funebre.
Che l'aspetto originario dell'ipogeo debba essere ricostruito ap-
punto con plinti e vasi cinerari, collocati negli interpilastri, è cosa
provata non soltanto dalle precedenti constatazioni, ma a più
chiare note ancora da alcuni ornaménti a rilievo sulle pareti, orna-
menti di carattere non semplicemente riempitivo. Lungo le due pa-
reti longitudinali della basilica, al di sopra degli specchi, insieme
con altri oggetti, sono disegnate a rilievo delle anfore e dei crateri
in numero di otto, di notevoli dimensioni, in modo da dar nell'oc-
chio, e di nobile ed elegante disegno e decorazione, collocati su
plinti con basi e cornici sagomate. Quale e perchè il significato,
la presenza, anzi la persistenza, di codesti vasi ? E ormai certo che
l'artista ebbe presenti ai suoi occhi o alla sua mente gli oggetti da
cui egli traeva l'ispirazione, usandone come partito decorativo. Del
resto, nepppure qui l'artista ha saputo o voluto essere del tutto ori-
ginale, avendo fatto ricorso a un partito che sembra fosse già in
uso nella decorazione pittorica interna delle tombe monumentali.
Nella camera sepolcrale della Piramide di Caio Cestio, infatti,
Il mausoleo sotterraneo
le tracce rimaste di pilastrini già appoggiati alla fronte principale
dei grandi pilastri delle vòlte,' in corrispondenza degli incassi
■suddetti. La presenza e le dimensioni di piccoli plinti, alti
m. 0.85, sormontati da cornice, è dunque documentata ; solo la
destinazione resta incerta. Ma altrettanto innegabile, a mio pa-
rere, è la originaria presenza di plinti simili negli intervalli fra i
pilastri. Incerta naturalmente l'altezza, ma possibile a determi-
narsi approssimativamente quando si considerino le dimensioni
delle basi. Tali plinti marmorei, collocati fra i pi-
lastri delle vòlte, in numero di sei in tutto, non
poterono ad altro servire se non a sostenere
urne o vasi, pur essi di marmo o d'altra più
preziosa materia, contenenti le ceneri dei de-,
funti. I plinti minori, poi, appoggiati ai pilastri delle vòlte,
poterono servire come mensole per deporvi, se non vasi cine-
rari, parte della suppellettile funebre.
Che l'aspetto originario dell'ipogeo debba essere ricostruito ap-
punto con plinti e vasi cinerari, collocati negli interpilastri, è cosa
provata non soltanto dalle precedenti constatazioni, ma a più
chiare note ancora da alcuni ornaménti a rilievo sulle pareti, orna-
menti di carattere non semplicemente riempitivo. Lungo le due pa-
reti longitudinali della basilica, al di sopra degli specchi, insieme
con altri oggetti, sono disegnate a rilievo delle anfore e dei crateri
in numero di otto, di notevoli dimensioni, in modo da dar nell'oc-
chio, e di nobile ed elegante disegno e decorazione, collocati su
plinti con basi e cornici sagomate. Quale e perchè il significato,
la presenza, anzi la persistenza, di codesti vasi ? E ormai certo che
l'artista ebbe presenti ai suoi occhi o alla sua mente gli oggetti da
cui egli traeva l'ispirazione, usandone come partito decorativo. Del
resto, nepppure qui l'artista ha saputo o voluto essere del tutto ori-
ginale, avendo fatto ricorso a un partito che sembra fosse già in
uso nella decorazione pittorica interna delle tombe monumentali.
Nella camera sepolcrale della Piramide di Caio Cestio, infatti,