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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Bendinelli, Goffredo: Il mausoleo sotterraneo altrimenti detto basilica di Porta Maggiore
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0125

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altrimenti detto basilica di Porta Maggiore

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Sono comunissimi i. cippi in forma di are, anzi è questa la loro
forma più comune. Ai lati di questi cippi, o are funerarie, si tro-
vano costantemente la patera e l'urceolo, cioè gli arnesi per le li-
bazioni sacrificali. Non si sono mai trovati finora, nella esplora-
zione di sepolcri monumentali, avanzi di sacrifici catartici o pu-
rificatori, come nel caso nostro ; ma ciò forse, più che altro, per
insufficienza di accurate ricerche. In ogni modo ci basti stabilire
che la destinazione sepolcrale di un monumento non ripugna alla
celebrazione di sacrifici. L'architettura sepolcrale romana ha svi-
luppato questo tipo di tempio-sepolcro, o mausoleo, anche in pro-
vincia, e particolarmente, sembra, nell'Africa settentrionale, dove
se ne ammirano tuttora dei classici esempi. Per Roma basta ricor-
dare il sepolcro degli Aterii figurato in un bassorilievo celebre (1),
per formarsi un'idea appropriata della struttura esterna di mo-
numenti sepolcrali, affatto simile a quella di un tempio. Tale ar-
chitettura non può essere venuta in moda se non agli inizi del I
secolo, in armonia col fasto dell'età augustea (2). L'ipogeo di Porta
Maggiore, trovandosi al principio di cotesta fase, riproduce solo
all'interno certe forme architettoniche meglio indicate per edi-
lizi di culto, dei quali in sepolcri posteriori, eretti soprassuolo,
era esattamente imitato anche l'aspetto esterno. Esso risente
invece della tecnica costruttiva ipogea comune ad altri monu-
menti sepolcrali contemporanei, scoperti in passato nelle adia-
cenze di Porta Maggiore. Tali i Colombari degli Arrunzi e degli
Statilii (3). A proposito del primo dei quali conviene insistere, più
che non si è fatto sinora, sulla reciproca strettissima comunanza
in fatto non soltanto di soggetti mitologici e simbolici, ma anche
di minuti partiti decorativi, cosa che ci permette di considerarli

(*) P. Gusm;in, op. cit., tav. '27. Ved. anche la facciata del Sepolcro
dei Nasoni, riprodotta in Arch. Jahrb. XXIV (1910), p. 101.

(2) L. Friedtiinder, Darsteìluìigen aw der Sittengeschichte Roms (9»ediz.)r
voi. II, p. 359 (Der Luxus der Tot^nbestaiiung).

(3) E. Brizio, Pitture e sepolcri scoperti suWEsquilino (Jioma, 1876).
 
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