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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Bendinelli, Goffredo: Il mausoleo sotterraneo altrimenti detto basilica di Porta Maggiore
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0127

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altrimenti detto basilica di Porta Maggiore

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la pratica destinazione funebre del monumento serve a dare alla
multiforme decorazione figurata quell'unità logica che altrimenti
non avrebbe: proprio come nel caso della nostra « Basilica ». La
quale, per tutte le ragioni anzidette, assume un aspetto comple-
tamente nuovo, ben caratterizzato dal. termine proprio di « Mau-
soleo »

La famiglia gentilizia che commise la costruzione di quel
monumento di pietà per i suoi morti e l'architetto che ne curò,
l'esecuzione pensarono di scavare nel suolo, come di solito sul
margine di una via, un edificio di cui non si conoscesse l'uguale
per grandiosità e magnificenza, un vero e proprio mausoleo, a
prescindere dall'originalità o meno dell'architettura e dei motivi
ornamentali, e in cui la destinazione sepolcrale non disdicesse
alla celebrazione di sacrifici religiosi. Nonostante questa acces-
soria destinazione religiosa, intatto resta per il monumento il
carattere sepolcrale, che ne giustifica l'origine, la struttura archi-
tettonica in parte e tutta o quasi la decorazione. Si avverta, però,
che l'abside, con relativo catino decorato, doveva essere abba-
stanza in uso nell'architettura funebre del 1° secolo, riscontran-
dosi, ad esempio, nel Colombario di Pomponio Ila sulla via Appia.

Del resto, se la piramide di Caio Cestio a Porta S. Paolo
non fosse munita, all'esterno, dell'iscrizione sepolcrale e se, per

(*) Si ripete cioè, in un altro campo, un caso analogo a quello delle la-
niinette iscritte, dette laminette orfiche, solite a rinvenirsi in tombe della Ma-
gna Grecia (I). Gomparetti, Laminette orfiche): nelle quali il contenuto delle
iscrizioni rituali è comunemente assai oscuro ed involuto, mentre la destina-
zione funebre di quei monumenti epigrafici è manifestamente dichiarata
dalle condizioni stesse del rinvenimento. Ved. anche G. Lugli in Riv. di Archi-
tettura e Arti decorative, L cit.: «Tuttavia non si può negare che tutto ri-
chiama al culto dei morti... Si tratta di una schola annessa ad un sepolcro, la
quale per ragioni di culto si volle costruita sotto terra, e non sopra, lasciando
magari il sepólcro sopra terra ». Non si tratta ora che di capovolgere il siste-
ma, e l'accordo sarà perfetto. Allo stesso ordine di idee si può richiamare
infine la nuova esegesi della Sig. Strong, la quale « interprete the diftìcult scene
in the apse as one of purificatimi by the ordeal of water » e « points out that
ali the other scenes can be referred to the wanderings of the soni and ita
progress towards its final goal » (Th. Ahsby, art. cit., p. 13).
 
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