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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Calza, Guido: Teorie estetiche degli antichi sulla costruzione delle città
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0132

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Teorie estetiche degli antichi

teorie estetiche sulla edilizia di una città, non dipende soltanto
dal fatto che le città greche e romane non sono più vive come lo
sono le medievali. Un poco di colpa va anche a noi archeologi
che, intenti all'esame dei motivi fondamentali o alla critica degli
elementi di una singola opera architettonica, non siamo ancora
passati a ricostruire le varie forme dell'ambiente in cui i monu-
menti vissero. A identità di tipo architettonico, è per noi identico
un tempio di Atene e uno di Roma, un teatro di Pompei e uno
di Ostia. Non c'è forse monumento, tra quelli pubblici greco-ro-
mani, che non si sappia ormai ricostruire con esatta approssima-
zione; ma un tempio, una basilica, un circo, un teatro, non li
sappiamo individuare nelle città in cui sorsero. Ne essi ci suggeri-
scono l'ambiente, nè l'ambiente viene da essi differenziato. Cosic-
ché trasportiamo dal terreno al libro e dal libro sul terreno orga-
nismi architettonici che rimangono completi in sè stessi per la
minuzia dello studio e l'esattezza della ricostruzione che ne
facciamo, senza però che essi ci servano a rifarci viva l'immagine
della loro città e a ripristinarne il carattere, quasi che volessimo
imitare gli antichi architetti che, osserva giustamente Vitruvio
(III, 1, 25), anziché tutta delucidare la scienza architettonica,
s'adoperavano di perfezionare la loro arte sui templi e sugli edi-
fici pubblici perchè sopratutto in questi et laudes et culpae
aeternae solent permanere. Basta pensare infatti quale errata con-
cezione si abbia in genere di una città antica, sia perchè si è
tenuto sempre poco conto dell'abitato che costituisce almeno
due terzi dell'edilizia generale, sia perchè quand'anche lo si è
tenuto presente, lo si è immaginato costituito da un complesso
di abitazioni pressoché- uniformi e cioè, sull'esempio di Pompei,
poco elevate e senza facciata (').

f1) cfr. su ciò i miei studi: Preminenza dell'Insula ecc. in Mo.num.
Lincei 1915 e Gli scavi recenti sull'abitato di Ostia, ibid. 1920. Pei' i
preconcetti che si hanno tuttora a tale riguardo cfr. il libro del resto inte-
ressante di K. M. Swoboda, Ròmische und Romànische Palaste (Wien 1919).
 
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