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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Calza, Guido: Teorie estetiche degli antichi sulla costruzione delle città
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0139

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sulla costruzione ddlu città

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avviene per le nostre città industriali. Priene, ad esempio, ha
sacrificato ogni effetto artistico alla regolarità del suo piano,
sicché, eccetto V agorà, non c'è nò una piazza nè un giardino (1).
Kicea in Bitinia, fondata nel 316 av. Cr. e descritta da Strabone
è costituita da un quadrato di cui ogni lato misura 300 stadii,
e, mettendosi nel mezzo del ginnasio, si posson vedere le quattro
porte. L'accampamento romano con la sua forma schematica ben
definita, come lo descrive Polibio (VI, 31, 10), non è se non una
città in armi.

È dunque lecito chiedersi se nelle innovazioni di Ippodamo
di Mileto c nelle applicazioni delle sue teorie costruttive pre-
valga esclusivamente un ideale di bellezza e se come tale venga '
accolto da coloro che adottano la nuova forma o se piuttosto
non trionfi con esso il bisogno di una maggiore comodità di vita
in case più comode, aperte su ampie strade spazieggiate in iso-
lati regolari. A giudicare Ippodamo da questi suoi piani regola-
tori, lo si trova ben ossequente al principio aristotelico che la
bellezza è nella grandiosità e nell'ordine. In ogni modo, la fama
di Ippodamo non tanto è fondata sulla novità delle sue costru-
zioni perchè alcune città erano certo regolate secondo il suo si-
stema, quanto sul fatto di aver egli trovato uno schema, di aver
dato una formula matematica, e quindi precisa, scientifica, in-
torno alla costruzione delle città che dovevano apparire, più al-
lora che oggi, costruite senza norme, sorgenti a caso, secondo le
necessità varie e incontrollabili del terreno e del popolo. In so-
stanza, egli è il primo a costruire una teoria dell'arte edilizia
urbana e a darne applicazione pratica : una specie di uovo di
Colombo nella costruzione della città. Là dove tutti eran dispo-
sti a subire il peso delle tradizioni, la tirannia dello spazio, la
conformazione dei luoghi; là dove forse nessuno aveva pensato
•che la vita edilizia di una città, anziché perfezionarsi grado a

(*) M. Wiegand, Priene.
 
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