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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Calza, Guido: Teorie estetiche degli antichi sulla costruzione delle città
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0140

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Teorie estetiche degli antichi

grado in un lento giro di anni e di secoli senza norme presta-
bilite, potesse precisarsi o mutarsi con un giro di compasso, là
Ippodamo introduce la regola, la disciplina, la legge. E regola,
disciplina, lègge egli le |rae da quella che sopratutto è cara' ai
Greci del tempo : la scienza matematica. Gli stessi strumenti, che
s'applicano per trovare il più perfetto modulo di una colonna,
sono applicabili e devono usarsi per la costruzione di una città ;
la stessa disciplina che noi avvertiamo nell'organismo umano,,
dove ogni membro ha una sua specifica funzione, deve trovare
riscontro nell'organismo di una città, dove migliaia di esseri
umani vivono ; le stesse leggi che regolano il singolo edificio ar-
chitettonico, dove ogni elemento costruttivo e ornamentale ha
la sua ragion d'essere, debbono regolare l'insieme degli edifici,
la loro posizione e funzione. Ippodamo insegna che anche la città
non deve essere un'opera inconscia ma deve portare anzi l'im-
pronta della volontà e dell'ingegno umano.

Ippodamo non è quindi un esteta della città, nel senso stretto
della parola; anzi è forse più un ingegnere che non un architetto.
E se il commento aristotelico alle sue teorie contiene uno spunto
estetico, che la città cioè non deve essere tutta svrofiov ma xarà
i.isqrj óè xaì rójrovg, esso inconsciamente risulta uno spunto este-
tico, non essendo altro in verità se non un contemperamento
tra esigenze militari e necessità civili.

E infatti nella letteratura greca, per quanto a me risulta,
questo inconscio spunto estetico non ha riscontro (e del resto
l'architettura stessa, che in Platone vien considerata come arte
di imitazione, è posta a contrasto con le arti belle) (x); quella
preoccupazione di cui si faceva eco Aristotele, che la città do-
vesse essere anzitutto il primo scudo contro gli eventuali nemici,
non viene scossa dalle norme di Ippodamo. E sia nelle colonie

(x) Gfr. su questo Ed. Miiller, Geschichte d. Theorie der Kunst beim
den Alien.
 
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