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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Calza, Guido: Teorie estetiche degli antichi sulla costruzione delle città
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0148

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Teorie estetiche degli antichi

ai giochi dei gladiatori: la monumentalità di questo centro ar-
chitettonico non è neppure sfiorata, e così neppure la sua fun-
zione estetica. Quanto all'abitato, nulla c'è che ci faccia supporre
preoccupazioni estetiche : parlando dell'uso dei mattoni cotti
che hanno sostituito i crudi, 'nota soltanto che con essi le ahi-,
tazioni possono raddoppiarsi in altezza, ma neppure avverte
quale altro carattere acquisti una città fabbricata a piani bassi
o a case alte, come almeno fa Cicerone quando paragona Capua
a Eoma L'architetto che ha parole appassionate quando cri-
tica certa pittura e quando esalta la funzione della colonna (2),
lungi dall'esaltarsi sembra ignorare e quasi non avvertire l'este-
tica della città. La ignora perchè è un trattatista troppo scrupoloso
per dimenticare come fosse stato posto e risoluto il problema
della costruzione di una città. E non la sente perchè tutto ciò, che
comeuomo di gusto egli sentiva, ha voluto registrare nel suo trattato
con espressione spesso rozza e inelegante ma sempre viva e sincera.

Poiché Vitruvio attinge su vasta scala ai trattatisti ed archi-
tetti che lo precedettero (3), anteriori quindi all'Impero, e da lui,
d'altro canto, dipendono tutti i compendiatoli posteriori, è ben
difficile supporre che teorie estetiche sulla edilizia .cittadina, che
non hanno lasciato traode in Vitruvio, ne abbiano lasciate in altre
fonti letterarie.

In Cicerone, a cui pur siamo debitori del primo canone di ar-
tisti greci tramandatoci da scrittori latini, non c'è speranza di
trovar nulla poiché egli ha dimostrato più di una volta di essere
assai superficiale intenditore d'arte, come egli stesso del resto ri-
conosce (4); e la sua critica estetica è, infatti, assai rudimentale.

y'i1) Cicero, de lege agr. II, 31, 86; Thil,, XII, 3, 7.

(2) Vitruyio, De arch. Ili, lì.

(3) Sulle fonti di Vitruvio, V. Watzinger, Vitruvstìidien in Rheinisches
Museum, 1909.

(4) Per esempio: «Ibi est ex aere simulacmm ipsius Herculis quo non
facile dixerim me vidisse pulchrius (tametsi non tam. multimi istis rebus
intelligo quam multa vidi)», de signis XLII1, 94. Basta, del resto, vedere
con quanto poca perizia (come avverte benissimo 'il Pellizzari, op. cit.,
 
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