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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Calza, Guido: Teorie estetiche degli antichi sulla costruzione delle città
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0152

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148

Teorie estetiche dee/li antichi

ad. ogni descrizione » ('). Ciò che s'accorda con l'impressione
riportata dall'imperatore Costanzo e riferita da Ammiano Mar-
cellino, « essere la fama di Roma sempre inferiore alla realtà
della sensazione, per quanto la fama, di solito, tutto ingrandisca
ed esageri » (2).

Ma per tornare ad Aristide, è certo migliore la descrizione di
Smirne (3) : da est a ovest si passa da tempio a tempio, da collina
a collina, « per una unica strada principale che è ancora più bella
di quanto fa supporre il suo nome (strada d'oro) ».

Dall'acropoli si domina tutto il panorama; e tutta la,città ri-
luce di templi, palestre, mercati, teatri, colonnati, portici. Si sente
insomma qui che c'è una sensazione della edilizia cittadina in ge-
nerale, e quindi qualche cosa che avvicina il retore a noi.

Lo stesso deve osservarsi due secoli dopo per Libanio nel di-
scorso fatto per Antiochia sua patria (4). La dice costruita secondo
un vecchio schema ma ormai ampliato e ravvivato da nuove coi
strazioni. Ne loda il terreno, il clima, la posizione e gli imperatori
che l'hanno abbellita, e passa al panegirico della città. «Una enorme
strada diritta con doppi portici la taglia da est a ovest. Le strade la-
terali scendono verso nord in pianura, salgono verso sud ai piedi
del monte finché la massa compatta della città interna si scioglie
in sobborghi di villini. La strada a portici è tagliata da una che va
da sud a nord, e nel punto d'incontro c'è un arco quadrifonie come
ad Efeso e a Palmira. Vicino sta un ninfeo notevole.per grandezza
e ornamento. Accanto a questa città più vecchia c'è l'altra sull'isola
dell'Oronte, che ha anch'essa due strade con portici che s'incon-
trano, e congiunta all'altra mediante cinque ponti». Infine, dopo
aver esaltato con estatiche frasi la bellezza dei dintorni, nota che
l'illuminazione della notte si differenzia da quella del giorno sol-
tanto per la qualità della luce.

(1) Orationes, 13.

(2) Libro 16, cap. 10. Del resto, anche in Plinio (III, 66) non c'è se
non menzione di grandezza per Roma.

(») Or. XVII (Keil).

(*) Mmoxtxòs èyxthpiov eìg Ut-nó^etay, Orai. XI (Foerster).
 
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