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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Calza, Guido: Teorie estetiche degli antichi sulla costruzione delle città
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0154

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150

Teorie estetiche degli antichi ecc.

Non bisogna infatti farsi ingannare nè dalla mancanza di una
teorica su precetti edilizi nè dalla relativamente scarsa varietà di
piani che si riscontra nelle città antiche. Occorre tener conto della
varietà nell'alzate delle città, cioè della disposizione, della strut-
tura e della decorazione dei singoli edifizì, non solo pubblici
ma anche privati, dei quali si è finora trascurato l'esame.

Perchè se è vero che in Atene le case di Aristotile o di Mil-
ziade sono ancora umili e povere ('). e in Koma gran parte dell'abi-
tato nell'ultimo secolo della Kepubblica è assai modesto (2), i
tempi son maturi, tanto in Atene quanto a Roma, per avvertire
che è troppo stridente il contrasto tra il lusso degli edifici pub-
blici e la modestia degli edifici privati. E si ricerca ormai e. si
raggiunge un decoro della città che va oltre le più appariscenti
manifestazioni dell'architettura pubblica, superando le piazze dei
templi e i portici del foro.

Una critica estetica della città nel suo complesso monumentale
se pure inconscia, certo sentita e applicata, accompagna dunque
il rinnovamento edilizio di ogni grande centro urbano antico; ogni
grande reggitore di popoli è sempre stato un costruttore o restau-
ratore di città, da Pericle ad Alessandro, da Alessandro ad Augusto
e a Costantino, da Costantino a'Sisto V.

Si deve però concludere che l'antichità classica non ha la-
sciato traccie letterarie sull'estetica della città la quale non serri
bra aver dato motivo ad esame, studii e teorie speciali, come non
sembra che gli antichi abbiano ricercato di proposito nei loro cen-
tri urbani il grazioso e il pittoresco che sono il fondamento delle
teorie moderne.

Guido Calza.

(x) Lo dice Demostene, 3 oraz. olint. 25.

(2) La trasformazione edilizia di Roma comincia appena cori Pompeo
(Huelsen-Jordan, I, 3, p. 487). Augusto la sentiva perf> ancora inferiore alia
sua importanza politica (Suet.. Aug^ c. 2S), Sull'aspetto di Roma cfr.
Seneca,, controv. II, 9, 11 ; Tacito, Ann. XV, 38.
 
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