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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Mancini, Gioacchino: Le statue loricate imperiali
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0161

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Le stutue loricate imperiali

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indica il nome stesso di lorica, doveva essere di uso più comune
quella di cuoio (lorum). Sappiamo infatti da Vairone (de l. I., V,
116) c_he questa era composta di strisce di cuoio che s'intreccia-
vano e si sovrapponevano l'una all'altra, dello stesso genere al-
l'incirca di quelle etrusche (*).

Oltre a queste, vi era un'altra specie di lorica composta di
un sol pezzo di cuoio avviluppante tutto il corpo. Secondo Po-
libio (IV, 29), gli bastati, i principes ed i triarii usavano appunto
questo genere di lorica, con l'aggiunta di un'ampia placca qua-
drata sul davanti (xuQÒwifvla^). La corazza di cuoio non fu
mai abbandonata nell'esercito romano; l'adottano ancora i le-
gionari del I secolo dell'impero, e nel II secolo la si vede indistin-
tamente portata da ufficiali e da soldati nei rilievi degli archi
trionfali ed in quelli della colonna Traiana.

1 tfibuni, i legati ed in specie l'imperatore adottano il S-wqcc^
<siàóiog ellenico, semplice e liscio se destinato al servizio ordi-
nario ed alla guerra, ricco e sfarzoso per le cerimonie ufficiali
e le pompe.

Un altro genere di lorica dei tempi imperiali è la lorica squa-
mala, così denominata perchè composta di scaglie di ferro e di
cuoio legate fra di loro per mezzo di fili metallici che passano
attraverso fori posti in alto ed in modo che l'attaccatura non
sia visibile quando le scaglie sono unite (2). Quest'ultima ve-
niva portata da ufficiali di ogni grado, dai signiferi ed anche dai
pretoriani, come ne fa testimonianza Cassio Dione (LXXVIII,
37). Ne continuò l'uso fino al IV secolo, e Vegezio (I, 20 ; II, 14,

(x) Cfr. Michon, Monuments Piot, tav. XVII, 1-3 (monumento di
Ahenobarbus).

(2) Gli avanzi di una simile lorica sono nel Museo Nazionale di Na-
poli (cfr. Museo Borbonico, V, tav. XXIX, 5); altri frammenti furono ritro-
vati nel campo di Newstea'd (Curie, A romnn frontier post, p. 158, fig. 12)
ed in quello di Carnuntum (Der róm. Limes, in Oesterreich, II, p. 94); dr.
i cosidetti trofei di Mario sulla balaustrata del Campidoglio, del tempo di
Domiziano.
 
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