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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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Manna, Belisario: L' epigrafia del cimitero giudaico di via nomentana
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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0212

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208 L'epigrafìa del cimitero giudaico, di via Nomentana

tana riscontriamo la parola énoirjGev che a Monteverde si in-
contra 10 volte. L'indicazione del tempo della vita del defunto
non sempre si trova nelle epigrafi giudaiche ; e, quando viene
espressa, sono indicati in generale gli anni soltanto. Non segue
questa consuetudine l'epigrafe d'Irene che per la suddetta indi-
cazione è precisa come quasi sempre solevano fare i Cristiani,
inquantochè vengono indicati anche i giorni: « kXrjffsv rjr. y. fi.
£. rjfis'Qa ».

Non mancano nel nostro cimitero delle acclamazioni speciali :
« iv elqrjvrj rj xoCfirjffig avzov (fisrà t)wv òffiwv » ; essa è ripe-
tuta cinque volte nel cim. di vigna Randanini, quantunque
una volta ad bdiog sia sostituita la parola óixmog (« fisvà tusv
óixsùov ij xoifirjffig ccvtov » ('), ed un'altra si dica « dormitio tua
in bonis » (2).

Le altre tre frasi contengono lo stesso concetto con la pa-
rola óCxàiog.

Nel cimitero di Monteverde tale frase è indicata solamente una
volta; il ripetersi, nel nostro cimitero, di tale acclamazione ci fa
vedere come in Italia si trovi nell'epigrafia giudaica l'una e l'altra
forma di acclamazione: fisrà xà>v òaiwv e fisicc ià>v óixaCwv.

Di altre frasi speciali, che si sono trovate nelle epigrafi,
ricorderò quella scritta nell'iscrizione di un tal Cresces Sinicerius
che morì a 35 anni, ancor viva la madre, la quale nel suo dolore
dice che essa fece al figlio quello che questi avrebbe dovuto fare
a lei, s'intende in fatto di sepoltura: «mat. dulci fil. suo fec. quid
ips. mini deb. facere ».

Finora ho parlato di frasi e parole comuni a molte iscri-
zioni e che riguardano soltanto il concetto del riposo dopo la
morte o la vita trascorsa.

(') Garrucci, op. eit.,, p. 34.
(2) Garrucci, op. cit., p. 35.
 
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