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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0236

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232

Note libliografwhe

da Fabio Pittore, come appunto Dionigi dichiara, e che il tosto
di Fabio, quale noi possiamo ricostruirlo, strana mescolanza
di tratti indigeni , e di tratti etruschi, lungi , dal contenere una
descrizione di giuochi effettivi, cui Fabio avesse assistito, altro
non sia se non una specie di programma ideale redatto verso
la metà del III secolo av. Or. da un qualche autore, forse greco,
che avrebbe lavorato con la sua fantasia intorno ai particolari
di un'antica festa etnisca, il quale programma avrebbe trovato
accoglienza nelle Cronache dei pontefici. Piace in questo capi-
tolo l'analisi penetrante del testo di Dionigi, dietro la quale si
profilano, sulle interpolazioni, gli elementi dell'originale Fabiano ;
ma la spiegazione della genesi di questo testo non arriva a per-
suadere, e sovra a tutto lascia assai perplessi l'idea che ancora
nel corso del III sec. av. Or. le cronache dei pontefici raccoglies-
sero falsificazioni rilevanti.

L'idea centrale del 3° capitolo è questa: che le figura-
zioni di soggetti mitologici ed eroici ellenici nelle urne cinerarie
etnische non sieno copia di originali greci, come alcuni pensarono,
ma riproduzione di scene del teatro etrusco, di tragedie, cioè,
effettivamente rappresentate, come che la decorazione di queste
urne sia essenzialmente teatrale, e corrisponda perfettamente alla
descrizione, che Polluce e Vitruvio fanno del teatro ellenistico.
Etnische, non romane, hanno da ritenersi le tragedie (sempre,
si intende, di soggetto greco) che fornirono ispirazione alle urne,
ed è probabile che in Etruria gli spettacoli drammatici facessero
parte del programma dei .giuochi funebri, e che là appunto i Ro-
• mani avessero cominciato a prendere diletto al dramma greco.
Assai utile è in questo capitolo la comparazione scrupolosa tra
lo scenario delle urne etnische e quello teatrale ; ma dubbia ri-
mane, data l'incertezza della cronologia di queste urne, la con-,
clusione, che se ne vuol trarre sullo sviluppo della tragedia etni-
sca e sulla influenza avuta da essa in Roma.

Il quarto capitolo è dedicato all'affresco di Ostia esposto in
una delle sale della Biblioteca Vaticana, e propone interpretarne
le scene, di cui, come e noto,i personaggi s'on tutte figure" infan-
tili, quali frammenti di un più vasto fregio, che avrebbe contenuto
un vero e proprio calendario illustrato. Gli episodi conservati do-
vrebbero identificarsi con le Nejrìuncdia del 23 luglio, i ludi Mar-
 
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