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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 50.1922

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https://doi.org/10.11588/diglit.14892#0238

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234

Note bMiografiche

essendo scelti di preferenza tra i condannati a morte, fossero desti-
nati a combattimenti mortali, e le cui teste, forse, secondo un
antico costume celtico, fossero poi sospese agli edifici. Noi non esi-
tiamo a riconoscere che molto acute appaiono l'emendazione di
princeps in trincos e l'identificazione dei trinci con un genus digla-
diantiùm, ma eleviamo invece i nostri dubbi sul valore etimologico,
che l'A. vuol dare a questa parola, e, più ancora, sulle induzioni,
che egli vorrebbe ricavare, per quanto concerne la tecnica legisla-
tiva del II secolo dell'impero, dal confronto tra Voralio dell'impera-
tore della iscrizione di Sardi e quella di un senatore dell'iscrizione
di Siviglia.

Nel primo sàggio della seconda parte il Piganiol formula una
nuova teoria circa l'origine e la storia dei ludi Romani in opposi-
zione a quella, ben nota, svolta dal Mommscn in Ròm. Forsch.
II, 42 segg. : nei primi tempi la plebe avrebbe celebrato annual-
mente dei giuochi in onore delle divinità agrarie, Cerere e Libero,
' e questa festa sarebbe poi stata adottata ufficialmente dallo Stato
al principio del IVsec. av. Cr. e dedicata a Giove, per creare qualche
cosa che, durante le lotte sorde tra Roma e il Lazio, potesse emulare
le ferie latine. Allora appunto si sarebbe desistito dall'uso, invalso
quando quella festa era ancora esclusivamente plebea, di promet-
tere e celebrare, in occasione di pericoli eccezionali, giuochi solenni
ufficiali. Vero è che nella seconda metà del III sec. av. Cr. si cercò
.eli restaurare quest'uso ; ma il successo fu mediocre, perchè ormai
i giuochi votivi andavano diventaudo un accessorio del trionfo.

Particolare importanza sembra dare l'A. al secondo capitolo
di questa sezione, nel quale tenta stabilire uno stretto rapporto tra
il rito delle offerte, delle lustrazioni e della distribuzione delle
fruges nei ludi saeev.lares con quello dell'offerta delle specie da parte
dei fedeli nella liturgia della messa, quale risulta in testi antichi
e negli ordines missae del M. E. Ma è assai difficile che il ó&qov
eucaristico sia originariamente connesso con offerta da parte dei
fedeli, e, se resta vero che la distribuzione di alimenti benedetti
in occasione di sacrifici o di feste doveva essere un rito pagano di
uso frequente, da questo saggio non risulta affatto dimostrata, a
nostro modo di vedere, la pretesa particolare connessione tra la
liturgia dei ludi secolari e quella della messa, e ancor più cam-
pato in aria ci sembra il parallelo delle alterazioni che il rito del-
 
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