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1I

V t T A

8

D I

MICHELANGELO. MERIGI
£>^ Caravaggio Pittore.
lCESI,-che Demetrio antico Statuario fu tant°
studioso delia rasTomìglianza , che dilettossi più
dell'imitazione, che della bellezza delie' cose ; Io
stessb abbiamo veduto in Michelangelo Merigi ,
il quale non riconobbe altro maestro, che il mo-
dello , e senza elezione delle megliori forme na-
turali quello , che a dire è slupendo , pare che,
lènZi3 arte emuiasse 1' arte . Duplicò egli con la
Sua nascita la fama di Caravaggio nobile caste'1-
lo di Lombardia . patria insieme. di Polidoro ce-
lebre Pittore; l'uno , e l'altro di loro si esercitò da giovine nell'arte di
murare , e portò io schifo della calce nelle fabriche ; poiché impiegali-
losi Michele in Milano col Padre , che era Muratore , s' incontrò a
Far le colle ad alcuni Pittori , che


dipingevano

fresco

e tirato
latta voglia di tisare i colori accompagno!]! con loro , applicandoli
tutto alia Pittura . Si avanzò per quattro , ò cinque anni facendo ri-
tratti , e dopo esscndo egli d' ingegno torbido , e centènzioso per
alcune diicordie , fuggitotene da Milano , glunse in Venezia , ove
lì compiacque tanto dei colorito di Giorgionc , che se lo propose per
iscorta nell' imitazione . Per quello veggonlì l'opere lue prime dolci ,
sernette , e senza quelle ombre , ch'egli usò poi ; e come di tutti
li Pittori Veneziani eccellenti nel colorito , sìi Giorgione il più pu-
ro , e 'i più scmpiice nel rappresentare con poche tinte le forme na-
turali , nel modo tte/To portoni Michele , quando prima si fissò in-
tento a riguardare la natura . Condottoli a Roma vi dimorò senza
ricapito , e senza provedimento , riuscendogli troppo dispe-ndioso il
modello , senza il quale non sapeva dipingere , ne guadagnando tan-
to j che potenre avanzarli le spese ; sicche Michele dalla necesiìtà coscret-
to andò a servire il Cavalier Giuseppe d' Àrpino , da cui fìi appli-
cato a dipinger siori., e frutti si bene contraiti , che da lui venne-
ro a frequentar si a quellà maggior vaghezza , che tanto oggi diletta .
Dipinse una carassa di fori con le trasparenze dell'acqua , e del vetro,
e co'i refìessi della feneslra d'una camera sparsi li fiori di freschisiìme
rugiade , ed altri quadri eccellentemente fece di simile imitazione .
Mà esercitandosi egli di mala voglia in quelle cole , e sentendo gran
rammarico di vederli tolto alle sigure , incontrò Foccasione di Prospe-
ro Pittore di eróttetene , ed uscì di cala di Giuseppe per con tra-

ttargli ìa gloria del pennello . Datofi perciò egli a colorire

secondo
il
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