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Bianchini, Francesco
Del Palazzo De' Cesari: Opera Postuma — Verona, 1738

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https://doi.org/10.11588/diglit.6029#0280
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E per traverso d alta fcendendo vedefi fcrit-
to un altro nome, cioè di Cefennia , forfè la
padrona del fondo, ond erafi raccolta l'uva, da
cui era fiato fpremuto il vino : CAESEN-
NIAE. // coflume di feri ver e fopra de vafi
in guifa di titolo la qualità ed il nome del vino
più nobile in ejft ripo/lo, e de magazzini 0 de
poderi, onderà trafmejjo ; fu così comune in
tempo di Domiziano e di Vefpafiano fuo padre,
che Tlinio lo fcrittore della IJìoria naturale,
che a Vefpafiano la dedica ; fi lamenta nel
cap. I del z$ libro delle frodi de Magazzinie-
ri e Vinaj, i quali per impacciare per liquore
de più generofi e fcelti il vino , che tale non
era, i vafi fegnavano con titoli fai fi e com-
perati a forza di danaro, delle più rinomate

cantine.

Dopo le fcale per falire al giardino e per
difcendere a quelle cantine fecrete, il rimanen-
te dello fpazio , che re/la fra il giardino ed
il falone di mézzo ; formava una ftanza qua-
drata 41, 42,, 44/. 4? d[ giufta mi fura, per
fervire, come io m immagino , di bottiglieria
nelle occafioni di cene folenni e daltri conviti
foliti farfi in 'Palazzo in varie fefte e funzio-
ni nel vafìo falone di mezzo 3x^35, 47, 45,
oppure negli orti ^Adonj i""^ all' ufo degli
Affirji che di fopra, alla pag.iqz ho riferito.

Vedendofi adunque così differente la ftruttura
delle due fiale laterali e minori tanto nel fuo

pia-
 
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