I
Prima*
71
vizia di M. Errnino de Grimaldi*
Sedeva appretto Fi lostrato Lauretta» la quale ,poscia
che udito ebbe lodare la ’ndustria di Bergamino*
e seritendo a lei convenir dire alcuna cosa, lènza alcun
comandamento aspettare, piacevolmente così comin-
ciò a parlare* La precedente novella» Care coin*
pagne, mi ’nduce a voler dire come un valente uomo
di corte lìmilemente, e non senza frutto, pugnesse
d’un ricchittìmo mercatante la cupidigia» la quale»
perchè 1’ effetto della pattata tornigli » non vi dovrà
perciò esscre men cara, pensando che bene n addiver*
nilse alla fine.
Fu adunque m Genova buon tempo ^pattatomi
gentiluomo chiamato Metter Errnino de’Grimaldi, il
quale (per quello che da tutti era creduto) di gran-
dissiine possettioni e di denari di gran lunga trapasi*
sava la ricchezza d’ogn’ altro ricchittìmo cittadino»
che allora si sapesse inItalii»esiccomeeglidi riechez*
za ogn' altro avanzava che italico fotte, così d’ava-
rizia e di miseria ogn’altro misero e avaro» che al
mondo fotte» soperchiava oltre misura, perciocché
non solamente in onorare altrui teneva la borsa stret*4
ta} ma nelle cose opportune alla sua propria petto»
Ha i contra il generai costume de’ Gcnovesi » che usi
sono di nobilmente vcstirc » sotteneva egli per nort
spendere, difetti grandissìmi» e similmente nel man*
giare e nel bere. Per la quale cosa » e meritamene
gli era de Grimaldi caduto il iopransiomè » e sedamen-
te Metter Errnino avarizia era da tutti chiamate*
I
F 3
Aven-
Prima*
71
vizia di M. Errnino de Grimaldi*
Sedeva appretto Fi lostrato Lauretta» la quale ,poscia
che udito ebbe lodare la ’ndustria di Bergamino*
e seritendo a lei convenir dire alcuna cosa, lènza alcun
comandamento aspettare, piacevolmente così comin-
ciò a parlare* La precedente novella» Care coin*
pagne, mi ’nduce a voler dire come un valente uomo
di corte lìmilemente, e non senza frutto, pugnesse
d’un ricchittìmo mercatante la cupidigia» la quale»
perchè 1’ effetto della pattata tornigli » non vi dovrà
perciò esscre men cara, pensando che bene n addiver*
nilse alla fine.
Fu adunque m Genova buon tempo ^pattatomi
gentiluomo chiamato Metter Errnino de’Grimaldi, il
quale (per quello che da tutti era creduto) di gran-
dissiine possettioni e di denari di gran lunga trapasi*
sava la ricchezza d’ogn’ altro ricchittìmo cittadino»
che allora si sapesse inItalii»esiccomeeglidi riechez*
za ogn' altro avanzava che italico fotte, così d’ava-
rizia e di miseria ogn’altro misero e avaro» che al
mondo fotte» soperchiava oltre misura, perciocché
non solamente in onorare altrui teneva la borsa stret*4
ta} ma nelle cose opportune alla sua propria petto»
Ha i contra il generai costume de’ Gcnovesi » che usi
sono di nobilmente vcstirc » sotteneva egli per nort
spendere, difetti grandissìmi» e similmente nel man*
giare e nel bere. Per la quale cosa » e meritamene
gli era de Grimaldi caduto il iopransiomè » e sedamen-
te Metter Errnino avarizia era da tutti chiamate*
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Aven-