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Sesta,

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le quali (quantunque molto affeftuosamente le di-
cede) tutte in vento convertite (come le più delle
sue imprese facevano) tornarono in niente. Trova-
rono adunque i due giovasi Guccio Porco intorno
alla Nuta occupato, della qual cosa contenti (per-
ciocché mezza la lor satica era cessata) non con-
tradicendolo alcuno, nella camera di frate
Cipolla, la quale aperta trovarono, entrati, la
prima cosa che venne lor presa per cercare fu la ti-
sacela, nella quale era la penna, la quale aperta,
trovarono in un gran viluppo di zendado faseiata
una piccola cadettina. La quale aperta, trovarono
in ella una penna di quelle della coda d’ un pappa-
gallo, la quale avvisarono dovere edere quella, che
egli promeda avea di inoltrare a” Certaldesi. E cer-
to egli il poteva a quei tempi leggiermente sar cre-
dere, perciocché ancora non erano le morbidezze d’
Egitto se non in piccola parte trapaliate in Toscana,
come poi in grandissima copia con disfacimento di
tutta Italia son trapaliate, e dove che elle poco co,
nosciùte follerò, in quella contrada quali in nien-
te erano dagli abitanti sapute, anzi durandovi anco-
ra la rozza onestà degli antichi, non che veduti a-
velser pappagalli, ma di gran lunga la maggior par-
te mai uditi non gli avea ricordare. Contenti adun-
que i giovani d’ aver la penna trovata, quella tolse-
ro, e per non lasciare la cadetta vota, vedendo car-
boni in un canto della camera, di quegli la cadetta
empierono, e richiusala ed ogni cosa racconcia, co_
me trovata avevano, senza edere dati veduti lieti
se ne vennero con la penna, e cominciarono ad as-
fettare quello, che frate Cipolla in luogo della pen-

P p a na
 
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