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44 Giornata

tata, e al Tuo fine essendo venuta, sedendo appresTo
di luiNeifile,k comandò la Reina, che una dicen-
done s ordine dello incominciate», soilazzo seguisse*
La quale siccome colei, che non meno era di corte?
lì cosluini, che cìi bellezza ornata, lietamente rispo-
se, che volentieri, e cominciò in quella guisa. Mo-
sirato, n* ha Pamfilo nel Tuo novellare la benignità
di Dio non guardare a’ nostri errori, quando da co?
sa, che per noi veder non si possa, procedano, Ed
|o nel mio, intendo di dimostrarvi quanto quella
medesirna benignità, soslenendo pazientemente i di-
fetti di coloro, i quali d’ elTa ne deono dare, e col-
le opere e con le parole vera tefiimonianza, il con-
trario operando, di se argomento d* infallibile veri-
tà ne dimoslri, acciocché quello, che noi crediamo,
con più fermezza d* animo seguitiamo.

Siccome io Graziose Donne già udii ragionare,in
Parigi fu un gran mercatante, e buono uomo, il
quale fu chiamato Giannotto di Civigni lealissimo
e diritto e di gran traffico d’ opera di drapperia, ed
avea fingolare amislà con un ricchissimo uomo giu-
deo chiamato Abraam, il qual similmente merca-
tante era, e diritto, e leale uomo assai. La cui di-
rittura e la cui lealtà veggendo Giannotto gl* inco-
minciò forte ad increscere, che 1* anima d’-un così
valente e savio e buon uomo per difetto di fede an-
dasse a perdizione. E perciò amichevolmente Io co-
minciò a pregare, che egli lasciasse gli errori della
fede giudaica, e ritornasse alla verità cri d iana ,, la
quale egli poteva vedere * siccome Tanta e buona,
sempr© prolperare» e aumentarli, dove la sua in

con-
 
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