Ottava
io- per venirvi bene orrevole mi metterò la roba,
mia' delio tea riatto, con la quale io fui conventato,
e vederete se la brigata li rallegrerà quando mive-
drà, e se so vi sarò fatto a mano a man capitano*,.
Vedrete pure come i’ opera andrà, quando io vi,
saròstafeo, da che non avendomi ancor quella con-,
teda veduto, ella s’ è sì innamorata di me, che
ella mi vuol fare cavali e r bagnato, e, forsè che la,,
cavalleria mi starà così male, e saprolla così mal
ma tenere, o pur bene, lalciarete pur sar me. Buf-
falmacco dille. Troppo dite bene, ma guar-,
date, che voi non ci-faceste la ..beffa,., e non vern-
ile,-. o non vi folte trovato, quando per voi man-
deremo, e quello dico, perciocché egli, fa freddo,
e voi si^nori medici ve ne guardate motto. Non.
piaccia a Dio, disse il medico, io non sono di
quelli assiderà ti, io non curo freddo, poche volte
è mai, che io mi. levi la notte così per bisogno del,
corpo, .come 1’ uom fa tal volta, che io mi metta
altro, che il pellicione mio sopra il farsetto, e per-
ciò io vi sarò fermamente. Partitili adunque co-
sioro, come notte si venne facendo, ilmaeltro tro-
vò lue seuse- in casa con la moglie, e trattane ce-
latamente la sua bella roba, come tempo gli par-
ve, meffalass in dosso, se n5 andò sopra uno de1 det-
ti avelli,, e sopra quegli marmi ristrettosi, essendo.
il freddo grande, cominciò ad aspettar la be-
ssi a. Buffalmacco, il quale era.grande,, e atante-
deila per sona, ordinò^ d’ avere una di quelle ma*
schere, che usar si soleano a certi giuochi, i qua-
li oggi non si sanno, e messosi in dolio un pellic-
cion nero a roveseio, in quello s’ acconciò in gui-
D d d | sa.
io- per venirvi bene orrevole mi metterò la roba,
mia' delio tea riatto, con la quale io fui conventato,
e vederete se la brigata li rallegrerà quando mive-
drà, e se so vi sarò fatto a mano a man capitano*,.
Vedrete pure come i’ opera andrà, quando io vi,
saròstafeo, da che non avendomi ancor quella con-,
teda veduto, ella s’ è sì innamorata di me, che
ella mi vuol fare cavali e r bagnato, e, forsè che la,,
cavalleria mi starà così male, e saprolla così mal
ma tenere, o pur bene, lalciarete pur sar me. Buf-
falmacco dille. Troppo dite bene, ma guar-,
date, che voi non ci-faceste la ..beffa,., e non vern-
ile,-. o non vi folte trovato, quando per voi man-
deremo, e quello dico, perciocché egli, fa freddo,
e voi si^nori medici ve ne guardate motto. Non.
piaccia a Dio, disse il medico, io non sono di
quelli assiderà ti, io non curo freddo, poche volte
è mai, che io mi. levi la notte così per bisogno del,
corpo, .come 1’ uom fa tal volta, che io mi metta
altro, che il pellicione mio sopra il farsetto, e per-
ciò io vi sarò fermamente. Partitili adunque co-
sioro, come notte si venne facendo, ilmaeltro tro-
vò lue seuse- in casa con la moglie, e trattane ce-
latamente la sua bella roba, come tempo gli par-
ve, meffalass in dosso, se n5 andò sopra uno de1 det-
ti avelli,, e sopra quegli marmi ristrettosi, essendo.
il freddo grande, cominciò ad aspettar la be-
ssi a. Buffalmacco, il quale era.grande,, e atante-
deila per sona, ordinò^ d’ avere una di quelle ma*
schere, che usar si soleano a certi giuochi, i qua-
li oggi non si sanno, e messosi in dolio un pellic-
cion nero a roveseio, in quello s’ acconciò in gui-
D d d | sa.