XII —
formano la nostra ammirazione. Nè il fervore cessò nei secoli im-
mediatamente seguenti, nei quali le maggiori città europee si do-
tarono di piante grandiose, quali invano si potrebbero desiderare
oggi ; come ad esempio, per limitarsi alle sole città italiane, si pos-
seggono Per Roma, per Napoli, per Venezia, per Bologna e per
Firenze.
Col secolo XIX e coll' iniziarsi di regolari operazioni metriche
che fruttarono i catasti geometrici e le carte topografiche dei sin-
goli stati italiani, e più tardi dell'Italia unificata, parve arrestarsi, e
può sembrare strano il contrasto, quel fervore per le rappresentazioni
cittadine che aveva caratterizzato il Settecento. Ormai, e salvo pochi
casi, la compilazione delle piante di città diventa come una qua-
lunque impresa editoriale e libraria, che generalmente si accompagna
alla redazione delle guide per viaggiatori o alla pubblicazione delle
enciclopedie, e l'arte e la tecnica che avevano inspirato le rappre-
sentazioni anteriori diviene sempre più estranea alla loro costruzione.
Ma non per questo i prodotti che se ne ottengono, interessano meno
lo studioso, giacché è proprio in questo periodo che si iniziano e si
intraprendono le maggiori trasformazioni e i più vasti ampliamenti
delle città, richiedenti d'altronde grandi operazioni di misura che,
associati ai precedenti piani catastali, varranno alla redazione dei
relativi piani regolatori.
Questo per ciò che riguarda le piante icnografiche : quanto poi
alle rappresentazioni prospettiche delle città, la fotografia e i mezzi
meccanici per la loro riproduzione, colla fedeltà dei risultati che
offrono, faranno passare in seconda linea, se non abbandonare poi
del tutto, le incisioni e le stampe ricavate da disegni originali, di
cui si hanno così pregevoli esempi nel sec. XVIII.
Da quanto si è detto può risultare evidente I' importanza che
presentano le raccolte e i sistematici cataloghi delle rappresenta-
zioni cittadine e 1' interesse sempre più affermatosi per la loro for-
mazione.
Ignoro se altri tentativi precedettero in Europa quello attuato
dal Lelong nel redigere la sua « Bibliothèque Historique » pubblicata
tra gli anni 1768 e 1771; tentativo con assai maggiore ampiezza
ripreso quasi un secolo più tardi dal Bonnardot, per formarne un
suo Catalogo delle piante di Parigi. Per quanto è a nostra conoscenza,
l'esempio in Italia sarebbe stato seguito assai più tardi, giacché
non ci consta che nulla di simile si facesse tra noi prima dell'uni-
ficazione del Regno. Il primo esempio di un elenco ragionato dì
piante cittadine sarebbe, per quanto ci risulta, quello offertoci per
formano la nostra ammirazione. Nè il fervore cessò nei secoli im-
mediatamente seguenti, nei quali le maggiori città europee si do-
tarono di piante grandiose, quali invano si potrebbero desiderare
oggi ; come ad esempio, per limitarsi alle sole città italiane, si pos-
seggono Per Roma, per Napoli, per Venezia, per Bologna e per
Firenze.
Col secolo XIX e coll' iniziarsi di regolari operazioni metriche
che fruttarono i catasti geometrici e le carte topografiche dei sin-
goli stati italiani, e più tardi dell'Italia unificata, parve arrestarsi, e
può sembrare strano il contrasto, quel fervore per le rappresentazioni
cittadine che aveva caratterizzato il Settecento. Ormai, e salvo pochi
casi, la compilazione delle piante di città diventa come una qua-
lunque impresa editoriale e libraria, che generalmente si accompagna
alla redazione delle guide per viaggiatori o alla pubblicazione delle
enciclopedie, e l'arte e la tecnica che avevano inspirato le rappre-
sentazioni anteriori diviene sempre più estranea alla loro costruzione.
Ma non per questo i prodotti che se ne ottengono, interessano meno
lo studioso, giacché è proprio in questo periodo che si iniziano e si
intraprendono le maggiori trasformazioni e i più vasti ampliamenti
delle città, richiedenti d'altronde grandi operazioni di misura che,
associati ai precedenti piani catastali, varranno alla redazione dei
relativi piani regolatori.
Questo per ciò che riguarda le piante icnografiche : quanto poi
alle rappresentazioni prospettiche delle città, la fotografia e i mezzi
meccanici per la loro riproduzione, colla fedeltà dei risultati che
offrono, faranno passare in seconda linea, se non abbandonare poi
del tutto, le incisioni e le stampe ricavate da disegni originali, di
cui si hanno così pregevoli esempi nel sec. XVIII.
Da quanto si è detto può risultare evidente I' importanza che
presentano le raccolte e i sistematici cataloghi delle rappresenta-
zioni cittadine e 1' interesse sempre più affermatosi per la loro for-
mazione.
Ignoro se altri tentativi precedettero in Europa quello attuato
dal Lelong nel redigere la sua « Bibliothèque Historique » pubblicata
tra gli anni 1768 e 1771; tentativo con assai maggiore ampiezza
ripreso quasi un secolo più tardi dal Bonnardot, per formarne un
suo Catalogo delle piante di Parigi. Per quanto è a nostra conoscenza,
l'esempio in Italia sarebbe stato seguito assai più tardi, giacché
non ci consta che nulla di simile si facesse tra noi prima dell'uni-
ficazione del Regno. Il primo esempio di un elenco ragionato dì
piante cittadine sarebbe, per quanto ci risulta, quello offertoci per